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150 | Capitolo XI. |
gie montagne della Terra del Fuoco, le cui vette pareva che dovessero toccare il cielo.
Le onde trastullavano un numero infinito di frammenti di ghiaccio staccatisi dai colossi antartici; ma non erano tali da arrestare la marcia alla baleniera.
Però di miglio in miglio che la nave guadagnava, aumentavano di numero e anche di spessore. All’uscita del golfo si vedevano delle vere montagne notanti, capricciosamente frastagliate, che le onde spingevano a poco a poco verso lo stretto e che si spostavano incessantemente, urtandosi con tale violenza da produrre delle detonazioni paragonabili allo scoppio simultaneo di una mezza dozzina di grossi pezzi d’artiglieria.
— Che lo sbocco dello stretto sia ormai ostruito? — disse papà Pardoe al signor Lopez. — In questa stagione io non ho mai veduto una così enorme massa di ghiacci radunarsi in questo golfo.
I pericoli cominciano troppo presto per noi.
— Saremo costretti a far ritorno a Punta Arenas? — chiese il vecchio esploratore con inquietudine. — In tal caso per Alonzo la sarebbe finita.
— No, signore, — disse una voce dietro di lui. — Io non ho l’abitudine di tornare indietro. —
Era Piotre, il quale aveva abbandonato il suo posto, accostandosi lentamente a Mariquita che era salita in quel momento in coperta, accompagnata da José.
— Sperate sempre di uscire nell’oceano, signor Piotre? — chiese il vecchio.
— Noi lasceremo lo stretto, siatene certo.
— Eppure tutto l’orizzonte è ingombro di ice-bergs.
— Vi dico che la mia Quiqua passerà, — rispose Piotre, con voce tranquilla.
— Non si fracasserà? — chiese la giovane araucana.