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140 | Capitolo X. |
— Fate salpare le âncore senza perdere tempo o la Quiqua prenderà fuoco; i vostri fucili sono insufficienti a respingere questo attacco.
— Soffia sempre il vento, — rispose il baleniere, già assai preoccupato della brutta piega che prendevano le cose.
— Non vi è da esitare, Piotre. Meglio arenarsi, in questo momento, sulle coste della Terra del Fuoco, che perire fra le fiamme. Guardate! Le tavole cominciano a fumare ed i cavalieri si accostano sfidando le onde.
— Tenete testa all’assalto per cinque minuti coi nostri uomini. Se la mia Quiqua si perderà, non sarà stata colpa mia e spero che non si dirà che io l’ho mandata a fracassarsi, piuttosto di mantenere la mia promessa.
— Nessuno oserà dirlo. —
Il baleniere gli porse la sua carabina, poi con voce tuonante comandò:
— All’argano i miei uomini! Si salpino le âncore e si spieghi la gran gabbia! Fuoco, gli altri! —
Poi si avvicinò a Mariquita che stava ricaricando i fucili di papà Pardoe e di José, dicendole:
— Una parola.
— Parlate, Piotre.
— Se la mia nave questa notte dovesse perdersi, manterrete il vostro giuramento? Se rifiutate, io non mi muoverò di qui, dovessimo perire tutti fra le fiamme.
— Che cosa volete tentare?
— Riguadagnare lo stretto, ma là vi sono le onde, le scogliere e le raffiche. Pensateci!
— Mariquita non tradirà la promessa fatta, — rispose la giovane, con voce che non tremava.
— Mi basta. —
Mentre i suoi marinai salpavano precipitosamente le âncore fra il continuo grandinare delle bolas fiammeggianti