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Un incontro inaspettato 89

— Quale bestialità stavo per commettere, — disse, abbassando l’arma e gettandosela a tracolla. — E gli uomini che ho scorti, me li avevo adunque dimenticati?... Se odono i miei spari possono tornare, piombarmi addosso e farmi prigioniero. Sono dei ribelli e forse dei più decisi, troppo contenti per poter catturare il comandante in seconda del Yucatan. Amico Cordoba, prepara le gambe e avanti a tutte vele spiegate!... —

Il lupo di mare si rimise animosamente in cammino, procurando di mantenere una via press’a poco diritta, cosa però molto difficile, perchè l’uomo smarrito in una foresta, involontariamente, per quanta attenzione ci metta, tende a descrivere dei giri più o meno vasti, poggiando quasi sempre verso sinistra.

Cordoba non sapeva ove andava e se quella era la direzione giusta; continuava ad avanzarsi sperando di giungere o sulle rive della savana o nella foresta che aveva già percorsa. Disgraziatamente le piante diventavano così fitte, da costringerlo a descrivere sovente delle curve per poter trovare dei passaggi.

I cedri giganti, vecchi forse di parecchi secoli, avrebbero permesso facilmente di inoltrarsi con passo rapido, non crescendo gli uni accanto agli altri, però sotto di essi era sorta un’altra foresta assai intricata, costituita da piante di dimensioni minori e assai fitte.

Erano macchioni di orchidee splendide, di salvia fulgens dai fiori cremisini, di nentzelia dal profumo delicato, di cyntheas dal tronco d’un bel nero, a riflessi metallici, colle loro immense foglie merlettate e di hibiscus ferox che ergevano i loro calici rossi dalle corolle dorate, e di grandi canne inghirlandate da campanule azzurre e purpuree del più splendido effetto. Ora invece s’imbatteva in ammassi inestricabili di passiflore, dalle radici ramose, dal fusto erbaceo o ligneo, dalle foglie reticolate, cariche di quei bizzarri fiori che portano con loro gli emblemi della passione di Gesù Cristo, ossia tre steli raffiguranti perfettamente tre chiodi, cinque stami che sembrano martelli, una piccola corona di spine e un’aureola simile a quella che si dipinge attorno al capo dei santi.

Il lupo di mare, affogato fra tutti quei vegetali, aveva rallentata la marcia. Cominciava ad essere stanco dopo tante ore di continuo cammino ed anche affamato, essendo già il sole prossimo ormai al tramonto.

— Orsù, — mormorò, arrestandosi alla base d’un acajù, e guardando malinconicamente le grandi piante che lo circondavano.

— Bisogna che mi decida a passare la notte qui ed attendere il sole di domani. Fortunatamente in quest’isola non vi sono bestie feroci, oltre i caimani, quindi nessuno verrà a rosicchiarmi le gambe.

Se trovassi almeno qualche cosa da porre sotto i denti ed un sorso d’acqua, sarei ben contento. Vediamo: è impossibile che non possa trovare almeno una pianta di banani o di aranci. —