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Manovre misteriose 7

— Nulla di nuovo? — chiese la capitana a mastro Colon, che non aveva abbandonato il posto.

— Nulla, signora.

— Ritirate i cavi.

A quel comando alcune ombre furono vedute agitarsi, in silenzio, a prora ed a poppa, poi si udirono in acqua dei sordi tonfi prodotti dalle gomene che venivano slegate dagli anelli della gettata.

— Siamo pronti? — chiese la capitana.

— Sono tutti a bordo — rispose Cordoba che aveva sorvegliata l’operazione.

— A sei nodi per ora.

— Fileremo sotto la costa?

— Sì Corboba.

— Vi sono i frangenti, donna Dolores.

— So dove sono, non temere.

— Guiderete voi?

— Sì, io: il mio Yucatan conosce meglio la sua padrona che i suoi marinai. Macchina avanti!

Sotto la poppa della nave si udì un violento spumeggiare prodotto dalle due eliche, poi la nave girò su se stessa descrivendo un mezzo giro, quindi s’allontanò dalla gettata fendendo le acque e l’umido nebbione che gravitava sulla costa come un funebre sudario.

Quel legno misterioso che usciva dal piccolo porto di Sisal, quando gli abitanti dormivano della grossa, e che prendeva tante precauzioni per non farsi scorgere da chicchessia, aveva qualche cosa di fantastico.

A prora, rannicchiati dietro una leggera balaustrata di ferro che serviva da murata, si vedevano, confusi fra le tenebre, due doppie file d’uomini armati di fucili, come se si tenessero in agguato, mentre un altro gruppo stava fermo attorno ad una piccola torre d’acciaio, dalla quale si vedeva uscire l’estremità d’un pezzo d’artiglieria che pareva minacciasse, colla sua nera gola, lo spazio che s’apriva dinanzi alla nave.

Verso poppa altri uomini vedevano raggruppati attorno a due cannoni-revolvers, due hotchkiss, armi formidabili le cui canne, volte le une a babordo e le altre a tribordo, pareva che spiassero lo specchio d’acqua, pronte a vomitare i loro formidabili messaggieri di morte.

Nella torretta di poppa stava la capitana, con ambe le mani ferme sulla ruota del timone e gli occhi fissi sulla bussola il cui quadrante era illuminato per di sotto. Quella donna che comandava la manovra come il più intrepido lupo di mare, e che guidava di suo pugno la propria nave, avventandola con una sicurezza meravigliosa attraverso i frangenti della costa yucatanese, era davvero ammirabile.