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80 | Capitolo decimo |
il grido di quei rapaci volatili per lasciarmi ingannare. Donna Dolores, questo è un segnale.
— Lo credi?
— Sono certissimo di non ingannarmi. —
Un altro grido, simile al primo, si udì un po’ più lontano in una direzione affatto contraria, a cui subito rispose il primo su altro tono, con una modulazione singolare.
— Ohe, signor Del Monte, cosa ne dite? — chiese Cordoba.
— Io dico nulla.
— Credete che siano aquile?
— È possibile che lo siano.
— Io vi dico che sono uomini i quali ci fanno dei segnali.
— Non sono convinto. Conosco le caracara e so che gridano in vari modi.
— Io vi dico che non le conoscete, se affermate questo, mio caro signor Del Monte.
— Un cubano!
— Ho abitato molto tempo anch’io a Cuba.
— Volete una prova che sono aquile?...
— Datemela. —
Il cubano senza attendere altro accostò le mani alle labbra e mandò alcune grida rassomiglianti alle prime.
— Cosa fate?... — chiese Cordoba. — Se sono invece insorti, ci farete scoprire.
— Udite?... — chiese invece il cubano, con una leggera punta d’ironia.
Due grida eguali avevano risposto al suo appello, una a destra della macchia di banani e l’altra a sinistra.
— Avevo ragione a dirvi che erano due caracara? — chiese il cubano.
Cordoba non rispose; lo guardava con due occhi nei quali si poteva scorgere un lampo di diffidenza.
— Possiamo ripartire, — riprese il cubano, dopo qualche istante. — Forse gl’insorti non sono ancora giunti qui.
— Sì, andiamo, — rispose la marchesa. — Ho molta fretta di vedere il capitano Carrill e di tornarmene a bordo del Yucatan. —
Il drappello, rassicurato dalle parole del cubano, si rimise in cammino attraverso a quella foresta che pareva non dovesse mai terminare, aprendosi il passo fra le liane e le radici enormi che sorgevano dal suolo, serpeggiando come smisurati pitoni e girando e rigirando fra i centomila tronchi.
Alla foresta dei mangli era succeduta un’altra boscaglia di piante diverse, crescenti le une vicine alle altre, strettamente avvinte da piante parassite.
Si vedevano cedri enormi sorgere accanto ai cotoni selvatici; tamarindi colossali, dai rami smisurati ed eccessivamente flessibili alzarsi in mezzo ai macchioni di banani dalle grandi foglie pal-