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L'insurrezione Cubana | 59 |
Vedendosi esclusi da tutte le cariche e trattati come un popolo conquistato, i malumori crebbero ben presto tramutandosi in sollevazioni e da allora nacque il desiderio di staccarsi dalla madre patria e di costituirsi in repubblica come la vicina Haiti.
Nel 1836, all’annuncio dello scoppio della rivoluzione liberale in Spagna, il generale Lorenzo si ribella al governatore Facon, ma vistosi sopraffatto lascia l’isola.
Nel 1844 una formidabile sollevazione dei negri, porta il disordine e lo scompiglio nelle piantagioni, rovinando in gran parte le ricchezze dei coloni, seguita a tre anni di distanza da una ribellione di meticci guidati dal generale spagnolo Lopez, terminata però colla fuga del condottiero.
Altri tre anni dopo l’insurrezione torna a scoppiare con maggior violenza all’annuncio della presa di Cardenas da parte dello stesso generale Lopez, sbarcato improvvisamente a Cuba alla testa di cinquecento filibustieri americani.
Anche questa tuttavia, non ha che la durata di pochi mesi in causa del poco coraggio dimostrato dagli sbarcati, non certo però dal loro capo.
Nel 1851, Lopez per la terza volta ricompare sulle coste di Cuba, risoluto a scacciare gli spagnoli o a farsi uccidere. Sbarca a Playtas con poco più di quattrocento filibustieri, si caccia in mezzo ai boschi per non venire subito sopraffatto dalle truppe spagnole, sostiene tre battaglie contro nemici dieci volte più numerosi, poi la fortuna gli manca e quindici giorni dopo cade prigioniero per venire poi fucilato il 1° settembre all’Avana, assieme ai principali capi.
Già quelle insurrezioni scoppiate a così brevi intervalli, grandi danni avevano prodotto alle ricche piantagioni dell’isola e somme ingenti aveva speso il governo spagnolo. Erano un nulla in confronto a quelle più disastrose che dovevano scoppiare più tardi, fomentate più o meno apertamente dagli Stati Uniti, i quali già fino dal 1823 avevano gettati gli avidi sguardi sulla Perla delle Antille.
Le misure adottate dal capitano generale marchese di Venezuela, giudicate a torto od a ragione come tendenti all’africanizzazione dell’isola, nonchè l’aumento delle imposte e le nuove restrizioni politiche, furono le cause principali che produssero una nuova e più tremenda insurrezione.
Gli insorti cubani, costituita una giunta rivoluzionaria incaricata di raccogliere i fondi necessari per la guerra, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche questo tentativo abortì mercè l’energia e l’oculatezza del generale Conchas ed il poco coraggio dimostrato dal generale americano Quitman, rifiutatosi al momento opportuno di mettersi alla testa degli insorti, nel 1868 alimentano la rivolta, soprattutto quando succeduto al regno d’Isabella II il governo rivoluzionario, i cubani videro svanire le loro speranze di poter acquistare finalmente l’autonomia.