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58 | Capitolo settimo |
nessuno si era occupato di fondarvi alcun stabilimento. La vera presa di possesso da parte della Spagna fu decisa solamente nel 1514, dopo le esplorazioni di Alfonso de Ojedo, il quale ne aveva ricevuto l’incarico da Diego Colombo, allora governatore di Haiti.
Diego Velasquez, con trecento uomini, fu il primo a piantarvi la bandiera della Spagna, sbarcando a Las Palmas, presso la punta Maysi. La conquista di quella splendida isola fu pronta e facile, dopo la morte di uno dei suoi principali cacichi, il capo Hatuez, bruciato vivo dai conquistatori e del pari fu rapido il suo sviluppo.
Accortisi gli spagnoli che il terreno era d’una feracità prodigiosa, intuirono subito che Cuba sarebbe diventata ben presto una colonia opulente e fondarono numerose città nei pressi delle più ampie baie, impiegando a forza i poveri indiani i quali, impotenti a resistere a tante fatiche, ben presto scomparvero totalmente.
Nel 1600 Cuba era già vantata come una delle più ricche colonie della Spagna. Aveva città prosperose come l’Avana, Matanzas, Santiago, Puerto Principe e Cienfuegos, tutte situate in splendide baie profonde e sicure; aveva immense piantagioni di canne da zucchero ed un numero infinito di raffinerie e coltivazioni ricchissime di tutti i prodotti tropicali.
I reiterati tentativi dei filibustieri inglesi e francesi per strappare alla Spagna la fortunata isola, a nulla avevano approdato, quantunque uno dei più audaci fosse riuscito, nel 1542, a prendere e saccheggiare l’Avana e lord Albemarle, aiutato dall’ammiraglio Pocock, nel 1762 si fosse pure impadronito della capitale, dopo un assedio di settantasette giorni, ricavando dal saccheggio della città l’ingente somma di 757.000 sterline.
L’importazione degli schiavi negri, quei robusti lavoratori, diede un incremento prodigioso alla colonia, unitamente alle cure del governatore generale Las Casas, a cui si devono tutte le grandi opere di utilità pubblica compiute nell’Avana, l’introduzione della coltivazione dell’indaco, una delle principali ricchezze dell’isola dopo quella dello zucchero, del caffè e del cacao e l’abolizione di tutti i privilegi e di tutti gli abusi.
Al principio di questo secolo, la siempre fiel isla de Cuba (la sempre fedele isola di Cuba) come veniva chiamata pel suo attaccamento verso la madre patria, aveva raggiunto il culmine della sua prosperità, quando un errore della Spagna sparse il malcontento fra la sua popolazione, malcontento che doveva più tardi rovinare la splendida colonia ed inghiottire le sue prodigiose ricchezze.
La nomina del generale Velasquez col titolo di governatore militare, che gli dava la facoltà di disporre di tutto senza alcun contratto, cominciò ad indisporre gli abitanti, e soprattutto la numerosa e vigorosa popolazione meticcia, derivata dall’incrocio dei bianchi coi negri.