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56 | Capitolo sesto |
il nord, — disse Cordoba. — Se sapessero di essere stati così bene corbellati, che scoppio di rabbia!...
— Non siamo però ancora a Cuba, amico mio. Hai udito che verso il capo Sant’Antonio incrocia la Cushing?...
— Sì, donna Dolores.
— Conosci quella nave?
— Molto bene e aggiungerò che avremo un avversario temibile se la cattiva stella ce lo facesse incontrare.
— È qualche potente incrociatore?
— No, una torpediniera d’altomare lunga quarantadue metri, armata d’un cannone di 120 millimetri e di alcuni pezzi a tiro rapido e che fila ventidue o ventiquattro nodi all’ora.
— Quella la faremo correre, Cordoba. Tu sai che a tiraggio forzato possiamo toccare anche i ventisei nodi.
— Riaccenderemo le macchine?
— Questa sera. Non distiamo che centocinquanta miglia dal capo Sant’Antonio, è vero?
— Circa, donna Dolores.
— Dal capo alla baia di Corrientes Guadiana ve ne sono ancora?...
— Una quarantina.
— Domani mattina, prima dell’alba, possiamo quindi esservi.
— Sì, se non facciamo cattivi incontri.
— Sono decisa a far parlare il cannone, Cordoba.
— Il consiglio è buono, donna Dolores. Ora che sappiamo di non aver dinanzi nè monitor, nè corazzate, nè incrociatori, possiamo dare battaglia alla Cushing, se le viene voglia di sbarrarci il passo. Mastro Colon è un artigliere d’una precisione matematica.
— Sta bene: a questa sera, Cordoba. —
L’yacht si era rimesso alla vela e quantunque il vento fosse piuttosto debole, s’avanzava nel largo canale del Yucatan con una velocità di cinque a sei nodi all’ora.
Già con un cannocchiale si distinguevano benissimo le montagne di Cuba, le quali si disegnavano nettamente verso l’est, ma prima di poter rilevare il capo Sant’Antonio, che forma l’estremità della provincia di Pinar del Rio, dovevano trascorrere parecchie ore, essendo piuttosto basso.
Il mare, dopo la scomparsa del monitor, era ridiventato deserto. Nessuna vela si scorgeva all’orizzonte e nessun pennacchio di fumo annunciante la presenza di una nave a vapore.
Verso il mezzodì una calma quasi assoluta tenne l’yacht immobile, facendogli anzi perdere via in causa della grande corrente del golfo, che come fu detto, corre verso la costa del Messico; però verso le quattro una leggera brezza si alzò da terra, spingendolo verso Cuba con una velocità di sei nodi all’ora.
Alla sera, dopo il tramonto del sole, le vele furono ammainate, gli alberi riabbassati, le manovre levate e fu invece accesa