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310 Capitolo trentacinquesimo

Cordoba si asciugò alcune gocce di freddo sudore che gli umidivano la fronte, poi volgendosi verso la marchesa, le disse:

— Voi non lascerete l’Yucatan cadere nelle mani degli americani, è vero, donna Dolores?

— No, — rispose la marchesa.

— Allora so cosa devo fare. Mastro Colon!...

— Signor Cordoba!... — rispose il mastro.

— Prepara delle micce nella santabarbara e stabilisci la comunicazione elettrica col siluro.

— Salteremo?...

— Sarà l’Yucatan che andrà all’aria!... Attenzione!... Fermi in gambe!... —

La costa dell’isola di Gonave non era che a trecento metri. Cordoba comandò macchina indietro e lanciò risolutamente la piccola nave verso la spiaggia, mentre i due transatlantici cominciavano a cannoneggiare con furore.

Trasportata dal proprio slancio, la piccola nave risalì per alcuni metri la sponda sabbiosa dell’isola che scendeva dolcemente in quel luogo, poi ricadde con un sordo rimbombo, sollevando una cortina di spuma.

Cordoba prese la marchesa fra le braccia e si lasciò cadere sulla spiaggia, seguito da tutti i marinai. Mastro Colon però aveva dato fuoco alla miccia e portava la scatoletta elettrica il cui filo era unito al siluro.

I due transatlantici erano allora lontani mille e cinquecento metri e facevano tuonare i loro pezzi a tiro rapido.

Cordoba risalì la sponda di corsa senza abbandonare la marchesa e si arrestò sul margine di una fitta foresta.

— Colon, fuoco!... — esclamò con voce vivamente commossa.

Un istante dopo l’Yucatan lacerato dal tremendo scoppio del siluro e dall’esplosione della polveriera, volava in pezzi.

La marchesa gettò uno sguardo lagrimoso sulla fumante carcassa, semisommersa fra le acque e le sabbie e mormorò, con un sospiro:

— La nostra missione è finita!... Quanti disastri, povera patria mia!


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Quindici giorni dopo la distruzione della squadra spagnuola, Santiago, stretta per mare e per terra, piena di feriti ed a corto di viveri si arrendeva coll’onore delle armi, poi cadevano successivamente Guantamano e Caimanera.

Verso la fine di luglio, gli americani, bombardata nuovamente San Juan, intraprendevano la conquista di Portorico appoggiati dalla popolazione e la effettuavano dopo però non pochi sanguinosi combattimenti.

Poco dopo venivano iniziate le trattative di pace, intermediaria