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La ritirata di Cervera 299

Impotenti a seguire le grandi navi sulla via dell’onore, essi speravano almeno di prendere il largo inosservati, approfittando della confusione che sarebbe indubbiamente successa.

L’oscurità era ancora assai fitta, però osservando attentamente la cupa linea dell’orizzonte, la marchesa e l’ammiraglio Villamil avevano potuto constatare che solamente pochissime navi americane incrociavano fuori del canale.

Mentre l’ammiraglio recava a Cervera quella lieta novella, Cordoba si era rivolto verso la marchesa, dicendole:

— Non commettete alcuna pazzia, donna Dolores. Appena le navi spagnuole saranno uscite, stringiamo verso la costa e cerchiamo di porci in salvo verso la Dominica.

— E noi dovremo fuggire così, come dei ladri, senza battersi, mentre i nostri compatrioti vanno incontro alla morte? — disse la marchesa con voce soffocata.

— Pensate che una sola granata americana può mandarci tutti a picco. La nostra nave è da corsa e non da combattimento. Mi promettete di obbedirmi? Voi non avete il diritto di sacrificare il nostro equipaggio.

— Ti obbedirò, Cordoba, — mormorò la valorosa donna, con un sospiro.

Poi aggiunse, con un singhiozzo soffocato:

— Dio protegga la flotta di Spagna!... —

In quel momento la squadra spagnuola, nel più profondo silenzio, s’avanzava nel canale, costeggiando la carcassa del Merrimac.

Veniva primo il Cristobal Colon, tutto lucente, coi suoi due fumaiuoli, colla bandiera spagnuola inchiodata all’asta di poppa, quella bandiera che le era stata donata dalle forti donne della riviera ligure, quando scendeva in mare dagli scali di Sestri Ponente dei cantieri d’Ansaldo, fra gli applausi delle genti italiche.

La poderosa nave, onore e vanto dell’industria italiana, stazzava solamente seimila tonnellate, ma era la più solida di tutta la squadra spagnuola e doveva in breve dare prove della sua eccezionale robustezza e confermare pienamente la famosa frase: a prova di scoglio.

Misurava cento metri di lunghezza su diciotto di larghezza, portava quattrocentocinquanta uomini al comando d’uno dei più intrepidi lupi di mare della Spagna, il capitano Diaz Moreau, ed il suo principale armamento consisteva in due grossi Hontoria da 254 ed in un gran numero di pezzi a tiro rapido di vari calibri.1

Seguivano, l’uno dietro l’altro in causa della strettezza del canale l’Almirante Oquendo, corazzata di settemila tonnellate,

  1. Aver privata quella splendida nave dei grossi pezzi Armstrong di cui l’aveva dotata l’Ansaldo e d’averla mandata alla guerra senza due Hontoria da 25 cent. fu senza dubbio uno dei più grossi errori commessi dal governo spagnuolo.