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286 Capitolo trentaduesimo

Ormai tutto faceva presentire l’imminente sbarco della grossa spedizione. La frequenza dei bombardamenti, la grandine di granate che venivano lanciate sulle batterie d’Aguadores e di El Caney, l’ostinazione delle corazzate nel difendere Guantamano e la punta di Baquiri onde impedire agli spagnuoli, che tenevano i boschi, di riprendere quelle posizioni, erano prove lampanti che Sampson e Schley preparavano il terreno per un grosso sbarco.

Nondimeno parecchi giorni trascorsero ancora prima che qualche nuova giungesse dell’arrivo della spedizione americana. Solamente la mattina del 21 giugno, dall’alto del forte del Morro fu segnalata una imponente squadra, navigante al largo.

Si componeva di oltre trenta grandi navi, scortate da alcune corazzate e da alcune cannoniere. Contemporaneamente giungeva la notizia che una parte della squadra di Schley, staccatasi da Santiago, bombardava furiosamente le batterie di Aguadores, di Zuraguo, Siboney, Cabana e la punta Derrace per respingere gli spagnuoli che guardavano quelle spiagge.

La marchesa Dolores e Cordoba, vedendo che non vi era nulla da fare pel momento a Santiago e che non vi era la possibilità di forzare il blocco, diventato più stretto che mai, decisero di recarsi verso le coste orientali di Cuba.

Ottenuto il permesso, dal generale Torral, di prendere parte alle operazioni di guerra coll’equipaggio del Yucatan, che era impaziente di dare addosso agli odiati yankees, la mattina del 22 partivano per El Caney, accompagnati da cento marinai e da mastro Colon, in pieno assetto di campagna.

Il loro piano era quello di continuare poi la marcia sino a Siboney, ove si diceva che le truppe americane erano già sbarcate o fino a Baquiri, altro punto scelto dai nemici per intraprendere la marcia verso Santiago.

Non fu che verso il tramonto del 23 che la piccola colonna potè giungere nei pressi di Siboney, in causa delle difficoltà che presentavano le fitte boscaglie che era stata costretta ad attraversare.

Un furioso combattimento era avvenuto in quei dintorni fra le truppe americane del generale Shafter, già riuscito a prendere terra colla protezione delle corazzate e le truppe spagnuole incaricate della difesa della costa.

Non ostante la pioggia di granate lanciate dalle grosse corazzate, le colonne spagnuole, con un fuoco nutrito, avevano respinto brillantemente le truppe americane, dopo di aver abbandonato Siboney e Baquiri completamente distrutte ed incendiate dagli obici.

Solamente alla sinistra di Baquiri, gli spagnuoli, oppressi dal numero e minacciati da un movimento aggirante di altre colonne americane sbarcate a dodici chilometri dal villaggio, erano state costrette a cedere, ritirandosi verso le falde della Sierra Maestra.

Quando la marchesa ed il suo equipaggio giunsero nei pressi di Siboney, la battaglia era appena cessata.