Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
276 | Capitolo trentunesimo |
— Viva la Spagna!... Evviva la nostra Capitana!... —
Dai ponti delle corazzate spagnuole ancorate a breve distanza echeggiò un ultimo e più fragoroso hurrà all’indirizzo dei violatori del blocco e della loro Capitana, poi le lampade elettriche si spensero ed il silenzio ritornò nell’ampia baia, rotto solo di quando in quando dal rimbombo di un gigantesco Krupp, che dall’alto degli spalti del Morro, tuonava contro le navi americane.
Quando i marinai del Yucatan si furono ritirati nella camera comune di prora e nelle corsie del frapponte, donna Dolores si accostò a Cordoba che era rimasto ancora sul ponte, fumando placidamente una sigaretta e stringendogli vigorosamente le mani, gli disse con voce commossa:
— Ed a te cosa dovrò dire, mio buon Cordoba, a te che mi hai strappata dalle mani degli insorti e che hai condotto in salvo il mio Yucatan? Cosa dovrà fare la tua allieva per te?
— Eh! Come correte, donna Dolores, — disse Cordoba. — Chi vi assicura che io, o meglio che noi due, abbiamo condotto in salvo l’Yucatan?
— Non siamo forse in Santiago, sotto la protezione dei forti e delle corazzate spagnuole? —
Cordoba la guardò senza rispondere, poi dopo alcuni istanti, disse con voce lenta:
— E come uscirà da Santiago il nostro Yucatan, donna Dolores? Lo sapete voi?...
— Cordoba... cosa vuoi dire?...
— Nulla per ora.
— Tu non hai fede nella resistenza di Santiago?
— Penso, donna Dolores, — disse Cordoba con voce malinconica, — che mentre qui vi sono cinque corazzate e due cacciatorpediniere al di fuori della baia ve ne sono quattro volte di più e non poche più formidabili di quelle spagnuole.
— E tu temi?... — chiese la marchesa con ansietà.
— Non temo nulla per ora: lo si potrà sapere domani, quando avrò raccolto tutte le notizie della guerra.
Andate a riposarvi, donna Dolores; voi ne avete tanto bisogno. All’alba andremo a fare una visita al generale Torral, comandante della piazza, poi sbarcheremo il carico. —
Strinse la mano alla marchesa, poi invece di scendere nel quadro e di recarsi nella propria cabina andò a sedersi a prora, su d’un mucchio di cordami ed accesa la trentesima sigaretta s’immerse in profondi pensieri, mentre un grosso pezzo Krupp del Morro tuonava, ad intervalli d’un quarto d’ora, verso il mare con cupo rimbombo.
L’indomani, la marchesa e Cordoba, poco dopo l’alba sbarcavano in Santiago assieme al capitano Carlier messo a loro disposizione dall’ammiraglio Cervera e si recavano a salutare il generale Torral, comandante della piazza.