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Il bombardamento di Santiago | 271 |
qualche palla o qualche obice, mal diretti, cadevano nelle sue acque o passavano a breve altezza dalla sua coperta.
Già Colon, che si trovava a prora, cominciava a distinguere confusamente la bocca del canale, indicata da alcuni fanali che parevano fossero stati accesi alla base del forte del Morro e sui bastioni della batteria de la Estrella.
— Barra a tribordo, marchesa! — gridò. — Il canale ci sta dinanzi.
— Cordoba, lancia alcuni razzi!... — comandò donna Dolores.
Alcuni marinai, ad un grido del tenente, diedero fuoco a tre razzi, mentre altri accendevano frettolosamente i fanali di babordo e di tribordo.
Quasi subito un grande fascio di luce, che veniva proiettato dal centro della baia, cadde sull’Yucatan, mentre due contro-torpediniere, comparse improvvisamente in mezzo al canale, puntavano le loro artiglierie.
Un grido immenso s’alzò fra i marinai delle piccole navi:
— L’Yucatan!... L’Yucatan!... —
Quasi nel medesimo istante tremende detonazioni scoppiarono al largo. La flotta americana aveva solo allora scorta la piccola nave e apriva contro di essa un fuoco infernale, ma ormai era troppo tardi.1
L’Yucatan si era cacciato audacemente nel canale filando fra le due contro-torpediniere, i cui equipaggi, entusiasmati dall’improvvisa comparsa della piccola nave che ormai credevano perduta, mandavano strepitosi hurrà.
— Sempre a levante! — avevano urlato i comandanti delle due torpediniere.
La marchesa, sapendo che dovevano esservi delle torpedini immerse nel canale, strinse sotto la costa passando dinanzi alle batterie dell’Estrella i cui cannonieri, dall’alto dei bastioni, la salutavano con entusiastiche grida.
CAPITOLO XXXI.
Il bombardamento di Santiago.
Santiago è la seconda città di Cuba per numero di popolazione, per importanza ed anche per fortificazioni.
Essa è situata sulla costa sud-est dell’isola, a breve distanza dai primi contrafforti della Sierra Maestra, a circa quattrocentocinquanta miglia dall’Avana prendendo la via di terra ed a cin-
- ↑ Gli americani avevano scambiato l’Yucatan per la contro-torpediniera spagnuola il Terror, che era rimasta alla Martinica per sorvegliare una nave americana colà rifugiata e torpedinarla. Pretesero anzi di averla polverizzata con una granata della corazzata Oregon, confessando però di non aver trovato alcun rottame, nè alcuno dei 67 uomini che la montavano.