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268 | Capitolo trentesimo |
La notte era un po’ nebbiosa e favoriva l’audace tentativo. La piccola nave, immersa come si trovava, senza che il fumo la potesse tradire e senz’alberi, non poteva venire scorta ad una certa distanza. Anche colla luce elettrica si sarebbe potuta scambiare per un rottame in balìa delle onde.
La marchesa che teneva la ruota del timone, volendo guidare colle proprie mani la sua nave, non staccava mai gli occhi dalla bussola, mentre Cordoba, munito d’un ottimo cannocchiale, scrutava attentamente l’orizzonte per scoprire i fanali delle navi americane.
I marinai, sdraiati sulla coperta, non fiatavano e anche Colon ed i suoi artiglieri non scambiavano una sola parola.
Una viva ansietà si era impadronita di tutti; un’ansietà che di minuto in minuto aumentava tramutandosi in una vera angoscia.
Tutti gli orecchi ascoltavano, tutti gli occhi scrutavano le tenebre, tutti gli animi erano sospesi. A quell’angosciosa perplessità avrebbero forse preferito un allarme, dei colpi di cannone, il fracasso dei pezzi a tiro rapido, lo scrosciare della mitraglia o lo scoppio tremendo delle grosse granate americane. La morte fra il rimbombo delle armi e le urla dei combattenti è preferibile mille volte alla morte di sorpresa.
L’Yucatan correva sempre, aumentando di minuto in minuto la sua velocità.
Ormai toccava quasi i venticinque nodi ed i macchinisti e fuochisti si sforzavano a portarla a ventisei.
Guai se in quel momento una roccia, un banco sabbioso o qualunque altro ostacolo si fosse trovato improvvisamente dinanzi alla prora!... L’Yucatan, con quella velocità, con quello slancio poderoso che lo sollevava quasi dalle acque, si sarebbe fracassato di colpo, ma quel pericolo non doveva succedere.
La Capitana guidava la nave, conosceva la costa e teneva la ruota con mano ferma.
Già era trascorsa un’ora, un’ora che parve lunga quanto un secolo, quando Cordoba si curvò verso la marchesa, dicendole:
— Eccole! —
Sul fosco orizzonte si cominciavano a distinguere dei punti luminosi, bianchi, verdi e rossi, i fanali regolamentari delle navi a vapore. La flotta americana, forte di venti navi, le une più poderose delle altre e formidabilmente armate, era là raggruppata dinanzi a Santiago, alla distanza di qualche miglio.
La marchesa aveva provato un sussulto e forse per la prima volta da quando aveva lasciate le coste del Messico per intraprendere quell’audace crociera, provò una stretta al cuore.
— Passeremo, Cordoba?... — chiese, con un legger tremito.
— Lo spero, — rispose il tenente. — Poggiate sempre sotto la costa.
— Quanto distiamo?
— Fra venti minuti vi saremo. Ve lo ricordate bene il porto?...