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260 | Capitolo trentesimo |
Il 2 Maggio il bombardatore, geloso della vittoria riportata da Dewey alle Filippine contro la vecchia e malandata squadra spagnuola, corre a Key-West a rifornire la sua squadra di munizioni, poi manda gl’incrociatori a scambiare cannonate contro le cannoniere spagnuole di Cardenas le quali, quantunque vecchie, mettono in fuga gli avversari.
L’11 manda 4 navi a Cienfuegos per tentare uno sbarco. Sparano seicento colpi, mettono in acqua le scialuppe e queste ritornano a bordo più che in fretta respinte dal fuoco di moschetteria di poche compagnie di volontari spagnuoli.
Finalmente il 12 il terribile bombardatore decide di far stupire il mondo. Con nove delle più poderose corazzate compare dinanzi a San Juan, la capitale di Portorico ed apre un fuoco infernale lanciando granate da 12 pollici, ma i forti spagnuoli rispondono con pari vigore e l’obbligano a ritirarsi con qualche corazzata danneggiata; alla sera la città che gli americani dicevano aver distrutta per metà, si illumina a festa per l’insuccesso degli assalitori.
Cosa fare? Ritentare gli sbarchi. Ed il bravo ammiraglio manda infatti delle navi per mettere a terra truppe nella baia di Zicotea e sulla spiaggia di Barres, senza frutto, mentre gl’incrociatori spagnuoli Conde Venatio e Nuova Espana, quantunque non protetti da corazze, escono dall’Avana e fugano i vapori armati da guerra incaricati di bloccare la capitale dell’isola.
Ma ecco che si sparge la notizia che una squadra spagnuola ha attraversato l’Atlantico senza che nessuno se ne fosse accorto e che è comparsa presso le Piccole Antille.
La guida Cervera, uno dei più valenti ammiragli ed uno dei più audaci. Tutti la credevano a Cadice mentre si trovava già in America.
Sono poche navi montate da pochi animosi, impotenti assolutamente a sostenere l’urto della formidabile flotta americana quattro volte più numerosa, ciò però non impedisce che l’ammiraglio spagnuolo corra in aiuto di Cuba. Il suo obiettivo era di portarsi all’Avana per rinforzare la difesa di quella capitale.
Il bombardatore americano deve, con rincrescimento, sospendere le sue poco fortunate imprese e guardarsi da quel nemico che è comparso improvvisamente nelle acque antilliane. D’accordo col suo collega Schley, comandante della squadra volante, si mette in cerca degli audaci spagnuoli, giurando di distruggerli tutti, prima che scorgano le coste cubane.
Le due poderose flotte lasciano il blocco di Cuba e corrono per esterminare Cervera e le sue navi, ma l’almirante spagnuolo sfugge arditamente alla loro crociera. Lo si segnala alle Piccole Antille, poi nel Mar Caraybo, poi a Willemstadt; le flotte americane perdono la bussola ed intanto l’almirante con un’ultima ed audacissima mossa attraversa il Mar Caraybo e dopo un tragitto di 625 miglia fatte in soli due giorni, va a gettare l’ancora