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238 | Capitolo ventisettesimo |
Cordoba si era messo al timone, mentre il capitano Carrill e la marchesa, situati ai suoi fianchi, osservavano attentamente l’immenso cerchio dell’orizzonte con due cannocchiali di lunga portata.
Usciti da quel caos d’isole e di isolotti che si raggruppano all’entrata della piccola baia, l’Yucatan cominciò ad aumentare considerevolmente la velocità, dirigendosi verso il cayo Largo, terra di dimensioni notevoli e che forma, assieme a molte altre minori, una specie di barriera che va quasi ad unirsi alle spiagge della grande isola dei Pini.
Alle dieci, già anche quell’ampio spazio di mare veniva felicemente superato senza aver incontrato alcuna nave, e mezz’ora dopo l’Yucatan si cacciava audacemente in mezzo agli scogli ed agli isolotti per tagliare quella specie di barriera.
Avrebbe potuto, con minori difficoltà, imboccare il canale di Rosario che si trovava un po’ più all’ovest, ma essendo prescelto dalle navi che si recano verso Cuba, Cordoba invece lo evitò, temendo di fare l’incontro di qualche incrociatore o di qualche cannoniera nemica reduce dal blocco dell’isola dei Pini.
Procedendo con velocità ridotta e con molte precauzioni onde non arenarsi su quei numerosi bassi fondi, a mezzodì l’Yucatan, dopo d’aver costeggiato per qualche tratto l’isola Larga, si slanciava a tutto vapore verso il sud-est.
Il mare s’apriva dinanzi alla sua prora, in tutta la sua immensità, senza isole, senza scogli, senza banchi pericolosi e, quello che più importava, senza navi nemiche, poichè sul luminoso e purissimo orizzonte nessuna colonna di fumo s’alzava.
— Dio ci protegge, — disse la marchesa a Cordoba che aveva allora abbandonata la ruota del timone. — Ecco una traversata che ha del prodigioso.
— Sì, donna Dolores, — rispose il tenente. — Io non credevo di sgattaiolare fra quella barriera d’isole senza mandare l’Yucatan contro qualche banco o senza fare l’incontro di qualche nave nemica.
— Il pericolo però tornerà presto, signora marchesa, — disse il capitano Carrill. — Io temo che non sia cosa facile entrare in Santiago.
— Sarà la prova più tremenda, — aggiunse Cordoba, — pure spero di riuscire a condurre l’Yucatan anche in Santiago. Appena noi avvisteremo il capo della Cruz, non navigheremo che di notte.
— Le navi americane hanno delle potenti lampade elettriche.
— Lo so, capitano, anzi siamo già stati illuminati da quei fasci di luce presso Sant’Antonio, pure siamo riusciti a sfuggire. La nostra nave è piccola, non ha fumo, può sommergersi quasi tutta, quindi non è difficile ingannare le navi nemiche che essendo troppo grosse sono costrette ad incrociare al largo.
— Conoscete Santiago, signor Cordoba?