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228 Capitolo ventiseiesimo

lendo sorvegliare in persona l’entrata della caverna. Quantunque fosse certo che gli abitanti di S. Felipe ignorassero l’esistenza di quel nascondiglio, pure non si sentiva interamente tranquillo.

Specialmente la scomparsa misteriosa del cubano che gli era stata raccontata da Quiroga, gli aveva messo indosso certi sospetti che non riusciva a vincere.

Nel capitombolo, si era forse sfracellato sulla scogliera, ma poteva anche aver simulata la disgrazia ed essersi invece salvato a nuoto per vendicarsi di Cordoba e di tutte le paure provate.

— Hum!... — mormorava il vecchio lupo di mare, crollando il capo e fumando con maggior furia. — Quel dannato cubano ci giuocherà forse un brutto tiro, conoscendo il nostro nascondiglio. —

Ad un tratto, incapace di dominare i suoi timori, si alzò bruscamente, dicendo al quartier mastro:

— Vieni con me, amico.

— Dove volete andare, mastro?... — chiese l’artigliere.

— A dare uno sguardo al canale.

— Temete qualche cosa?...

— Lo saprai poi. Va a prendere due fucili e mettili nella scialuppa. —

Il quartier mastro andò a prendere le armi poi scese nella baleniera che era stata ormeggiata presso la scala di babordo. Colon scambiò alcune parole cogli uomini di guardia, poi lo raggiunse.

— Andiamo, — disse. — Cerchiamo di non far rumore. —

Presero i remi e manovrandoli con precauzione, si diressero silenziosamente verso l’uscita della caverna, arrestandosi dietro al panneggiamento vegetale.

Essendosi diradata la nebbia che offuscava le stelle, l’oscurità era meno intensa, sicchè si poteva scorgere anche una persona ad una distanza di cinquanta o sessanta metri.

Colon si era alzato e stava per aprirsi un varco fra i vegetali, quando ai suoi orecchi pervenne un leggero tonfo.

— Hai udito? — chiese al compagno.

— Sì, — rispose l’artigliere. — Pare che qualcuno abbia lasciato cadere in acqua un oggetto.

— Non credi che possa essere stato un pesce?...

— No, mastro.

— E nemmeno io, — mormorò il vecchio.

Con un legger colpo di remo spinse innanzi la scialuppa spostando i vegetali che in quel luogo radevano, colle loro estremità, l’acqua e si curvò innanzi, gettando un rapido sguardo al di fuori.

Una sorda esclamazione gli uscì dalle labbra.

— Cosa avete, mastro? — chiese l’artigliere, che gli stava dietro.

— Corna di narvalo!... — borbottò il vecchio. — Ho veduto