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La fuga | 223 |
Questa fu l’orazione funebre del traditore.
Il drappello si era rimesso in marcia, seguendo la costa che limitava la piantagione di canne da zucchero del mulatto. Cordoba era diventato prudente e non si avanzava che con lentezza, arrestandosi di quando in quando per ascoltare.
Egli temeva sempre la comparsa del proprietario o della sua banda. Già verso il centro della piantagione aveva udito i latrati di alcuni cani messi probabilmente a guardia della fattoria, e quel primo allarme lo aveva reso inquieto.
— Terrete pronte le armi, — disse, volgendosi verso i compagni. — Per istinto temo una qualche sorpresa.
— Combatteremo, — rispose il capitano. — Datemi una rivoltella od un semplice coltello, essendo io inerme.
— Eccovi la mia, capitano. A me basterà la mia spada di tenente della marina americana.
— Dov’è la baleniera? — chiese la marchesa.
— Non siamo lontani più di trecento passi.
— Affrettiamoci, Cordoba. Sono ansiosa di rivedere il mio Yucatan.
— Un po’ di pazienza ancora e giungeremo nella caverna. Ehi, Quiroga, vedete nulla?
— No, signor Cordoba. I negri del mulatto devono dormire come polli. —
In quel momento in mezzo alla piantagione si udirono i cani della fattoria a latrare con furore, poi delle voci umane.
— Altro che polli!... — esclamò Cordoba. — Erano svegli come coccodrilli, quei bricconi!... Di corsa, amici o li avremo alle spalle. Donna Dolores, volete che vi faccia portare? Miguel è forte come un toro.
— Non ne ho bisogno!... Avanti, amici!... — rispose la marchesa.
Il drappello ripartì rapidamente, seguendo l’alta spiaggia. In mezzo alla piantagione si udivano i latrati sempre più furiosi dei cani e le vociferazioni dei negri. Pareva che gli uomini del mulatto si preparassero a sparpagliarsi per la campagna, temendo qualche sbarco di spagnuoli.
Fortunatamente la distanza che separava i fuggiaschi dalla scialuppa era ormai brevissima. Cordoba, che aveva riconosciuta la costa, attraversò di corsa l’ultimo lembo della piantagione che formava un angolo acuto e scese il versante opposto.
Subito, sull’arena quasi bianca della spiaggia, scorse la piccola baleniera che la bassa marea aveva lasciata a secco.
— Ci siamo, — disse. — Un ultimo sforzo, donna Dolores. —
In quell’istante verso la piantagione si udirono rimbombare degli spari formidabili. I negri, credendo di spaventare i nemici immaginari, scaricavano in aria i loro tromboni.
Il drappello era già giunto sulla spiaggia. In un baleno la scia-