Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
222 | Capitolo venticinquesimo |
reremo il pericolo di venire scoperti — diceva. — Presto, donna Dolores; affrettatevi.
— Siamo ancora lontani? — chiese la marchesa che si trovava imbarazzata a seguire i suoi compagni.
— No, fra poco giungeremo sulla spiaggia opposta.
— E l’Yucatan dove lo troveremo?
— In un nascondiglio sicuro, in una magnifica caverna marina che forse tutti ignorano. Odo il mare che brontola anche laggiù; presto vi giungeremo. —
Ormai non dovevano essere lontani dalla piantagione di canne da zucchero ove avevano fatto l’incontro col mulatto. Cordoba, temendo che qualche negro si trovasse colà imboscato, volle evitarla dirigendosi verso la costa.
La sponda era però assai alta, tagliata a picco sul mare ed assai malagevole in causa di certe frane e di certe fenditure che causavano sovente degli improvvisi capitomboli. Già più d’un marinaio dell’avanguardia aveva corso il pericolo di precipitare in mare.
— Adagio, — disse Cordoba. — Badate ove ponete i piedi. —
Aveva appena dato quell’avvertimento, quando udì dietro di sè un grido acutissimo, poi un tonfo sordo.
— Fulmini! — gridò, impallidendo. — Chi è caduto?
— Il signor Del Monte!... — disse un marinaio.
— Il diavolo se lo porti!... Non aveva occhi quello stupido.
— Cordoba, non possiamo abbandonarlo, — disse la marchesa. — Forse quel povero diavolo si è spezzato le gambe.
— Io vorrei che si annegasse, — brontolò il lupo di mare. — Mi risparmierebbe la fatica di appiccarlo più tardi. Qualcuno scenda per vedere se si può ripescare quello squalo d’acqua dolce. —
Quiroga e due marinai, un po’ a malincuore, si misero in cerca d’una discesa che permettesse loro di giungere sulla spiaggia sottostante, e dopo d’aver corso venti volte il pericolo di capitombolare nei flutti, riuscirono a giungere al mare.
Non scorgendo nulla, si misero a chiamare il cubano a bassa voce, senza però ottenere risposta alcuna.
Certamente il povero diavolo si era fracassato contro qualche roccia e poi era stato ingoiato dalle acque.
— Noi perdiamo del tempo prezioso, — disse lo spagnuolo. — D’altronde quel furfante ha avuto ciò che si meritava.
Perlustrarono la spiaggia per un tratto di cento metri e nulla trovando, presero il partito di risalire la sponda, convinti ormai che il traditore si fosse ammazzato.
— Niente? — chiese la marchesa.
— Non abbiamo udito più nulla, signora, — disse lo spagnuolo. — Deve essersi sfracellato.
— Buon pasto pei pesci-cani!... — esclamò Cordoba.