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202 Capitolo ventitreesimo

— Ah!... Voi scherzate, signor Del Monte? Buon segno, amico carissimo. Se continuerete finirò col gettare in mare l’ormai famosissimo laccio.

— Potete credere se sarei contentissimo! — rispose il cubano, sorridendo.

— Lo si vedrà più tardi; tutto dipende dai vostri servigi.

— Parlate, signore.

— Voi conoscete adunque il comandante degl’insorti di S. Felipe?

— Ve l’ho già detto.

— Voi mi condurrete da lui. —

Il cubano fece un gesto di stupore e guardò il tenente come per chiedergli se voleva scherzare.

— Vi ho detto che desidero andare da quel messere, — ripetè Cordoba, che si era accorto della sorpresa del prigioniero.

— Volete farvi prendere?

— Non ne ho il desiderio, anzi tutt’altro, poichè ho invece intenzione di prendergli la marchesa ed il capitano Carrill.

— In quale modo?

— Presentandomi come un ufficiale americano.

— E vi crederà il signor Guaymo?

— Diavolo!... Quando il signor Del Monte, amicone del capitano Pardo afferma una cosa, si deve credergli.

— Non vi comprendo, signor Cordoba.

— Eppure mi sono spiegato chiaro. Voi mi presenterete al comandante degl’insorti.

— Io!...

— Non vi piace? Ehi, Colon, fa appendere un laccio in qualche angolo della caverna. Fra pochi minuti vedremo l’amico Del Monte tirare calci al vento. —

Il cubano impallidì.

— Scherzate?

— Siete padrone di crederlo; intanto vi faccio legare le mani dietro al dorso e bendare gli occhi.

— No, signor Cordoba!... Voi mi avete promesso di risparmiarmi la vita.

— Sì, se mi avreste obbedito. Vedo che non volete più saperne di rendere dei servigi ed io vi faccio tirare il collo.

— Fermatevi, signor Cordoba!... — gridò il cubano, vedendo avvicinarsi due marinai con delle funi. — Io vi prometto di condurvi da Guaymo.

— Finalmente!... Ho molto piacere che voi cominciate a diventare più ragionevole. Finiremo coll’intenderci e forse col diventare i due migliori amici di questo mondaccio.

Dunque voi mi presenterete al vostro amico Guaymo?

— Sì, signor Cordoba.