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196 | Capitolo ventiduesimo |
— Sarà vicinissimo.
— Allora sai dove condurre l’Yucatan.
— Lo so, signor Cordoba, — rispose il vecchio marinaio, con un sorriso misterioso. — Basterà abbassare gli alberi e noi passeremo.
— Passeremo!... — esclamò Cordoba, con stupore. — E dove?... In mezzo a qualche altra scogliera forse?...
— Meglio ancora, signor Cordoba.
— Ah!... Credo di comprendere!... Mi hanno detto che fra quei cayos si trovano dei bacini che sembrano racchiusi dalle rupi e nei quali si accede passando per dei canali strettissimi. È così, Colon?...
— No, signor Cordoba; si tratta d’un’ampia caverna marina che forse pochi conoscono e dentro la quale noi potremo nasconderci assieme all’Yucatan.
— Vada per quella caverna!... Ingegnere!...
— Signore!... — esclamò il macchinista, comparendo sulla scala.
— A ventiquattro nodi!...
— Siamo inseguiti, signor Cordoba?
— No, mi preme divorare molta via.
— Andremo a venticinque nodi, signore. Riempirò i forni fino a fondere le grate di ferro.
— Benissimo: badate che non succeda qualche guasto se vi preme salvare la marchesa.
— Non temete. —
Cordoba estrasse una scatola, prese una sigaretta, l’accese e si accomodò placidamente su di una poltrona a bilico che soleva adoperare la Capitana e si mise a fumare, mormorando:
— Quando saremo a S. Felipe, noi rideremo: parola di Cordoba. —
Ad un tratto si battè la fronte, esclamando:
— E quel caro signor Del Monte?... Carrai!... Io l’aveva dimenticato. Ehi, Colon, fa condurre qui il cubano.
— Volete appiccarlo, tenente?... — chiese il mastro.
— Eh!... Il desiderio lo avrei, ma penso che può renderci qualche altro servigio prima di mandarlo a trovare messer Belzebù, suo patrono. Va a prenderlo pel collo e portalo in coperta, delicatamente per ora: non bisogna guastarmelo. —
Mezzo minuto dopo mastro Colon conduceva in coperta il cubano, tenendolo ben stretto pel colletto della camicia. Il povero diavolo, credendo fosse giunta la sua ultima ora, era diventato giallo come un limone maturo e sua prima cosa, appena giunse sulla tolda, fu quella di guardare se dai pennoni o dal picco della randa pendeva qualche laccio. Non vedendone alcuno si rasserenò un poco e mandò un sospiro di soddisfazione.
— Avete voluto spaventarmi, signor Cordoba?... — chiese, scorgendo il tenente attraverso ad una vera nube di fumo.