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Combattimento notturno 191

— Sì, s'accosta, — rispose uno dei due marinai. — Pare però che abbia incontrato degli ostacoli: udite, tenente!...

— Sì, gli hotchkiss che ricominciano a tuonare.

— Odo degli spari anche in mezzo alla baia, — disse Quiroga. — Sembra che vi siano delle scialuppe laggiù.

— Bah!... Mastro Colon farà passare l’Yucatan sopra di esse — disse Cordoba. — Ohe!... Attenti!... Ci bersagliano ancora!... Tuffatevi più che potete se vi preme salvare la pelle.

Gl’insorti, furibondi per aver perduta la cannoniera, avevano cominciato l’attacco sparando all’impazzata in tutte le direzioni, colla speranza di impedire alla piccola nave la fuga.

Nascosti in mezzo ai paletuvieri e sui margini dei boschi, bruciavano le cariche con una prodigalità degna di miglior causa, senza sapere precisamente dove si trovasse l’Yucatan, essendo l’oscurità sempre così fitta da non poterlo distinguere.

Mastro Colon non aveva creduto di rispondere, accontentandosi di mandare buona parte dei marinai sotto coperta, onde non esporli inutilmente a quel furioso grandinare di proiettili.

Era bensì vero che i bersaglieri tiravano a casaccio, però delle palle potevano colpire l’Yucatan e fare dei vuoti fra i suoi bravi marinai.

Sentendo però le palle grandinare e scrosciare sulla torretta di poppa, aveva fatto scaricare gli hotchkiss mandando le palle sotto i boschi ed in mezzo ai paletuvieri, poi aveva comandato macchina avanti per andare a raccogliere Cordoba ed i suoi valorosi compagni.

Ormai lo scoppio del siluro era avvenuto e l’urlo d’angoscia dell’equipaggio della cannoniera era stato udito anche a bordo del Yucatan. Sapendo ormai di non aver di fronte alcun avversario capace di arrestare la veloce nave, Colon aveva fatto accendere i fuochi regolamentari, onde gli uomini della piccola baleniera potessero scorgerli e senz’altro si era diretto verso la punta di Corrientes per poi uscire in mare.

Era stato in quel momento che gl’insorti, accortisi della fuga della nave, avevano ripreso il fuoco con estrema violenza, convergendo i loro colpi in mezzo all’ensenada. Le palle cadevano fitte sull’Yucatan, battendo contro i fianchi e cacciandosi negli strati di celluloide, senza però causare alcun danno; poichè i fori subito si rinchiudevano dietro ai proiettili.

Colon, rinchiuso nella torretta d’acciaio di poppa, se ne rideva. Ci voleva altro che palle di fucile per l’Yucatan!... Aveva comandato anche ai marinai di sgombrare la coperta non lasciando che sei uomini intorno agli hotchkiss, riparati dietro a quattro balle di celluloide compresse, ostacoli sufficienti per metterli al coperto dalle palle di fucile.

In mezzo alla baia però l’Yucatan aveva fatto improvvisamente l’incontro di quattro grosse scialuppe, montate ognuna da