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184 | Capitolo ventunesimo |
— Grazie giovanotti, ma è impossibile. Rimanete qui ed aspettate il mio ritorno. Quiroga, siete pronto?
— Sì, signor Cordoba.
— Prendete questa rivoltella e legatevela alla fronte. Può esservi utile.
— È fatto, signore.
— In acqua, amico. Padilla, attento al filo!...
— Il rocchetto scorre, — rispose lo spagnuolo.
Cordoba ed il suo coraggioso compagno si calarono dolcemente in acqua e si misero a nuotare verso il siluro che si trovava a dieci passi dalla poppa della piccola baleniera.
Il lupo di mare con un colpo di machetto recise la funicella che aveva servito a rimorchiarlo, poi si mise a spingerlo verso la riva, aiutato dallo spagnuolo.
La cannoniera non era che a trecento passi; prima di accostarla, Cordoba voleva cacciarsi sotto la cupa ombra proiettata sull’acqua dagli alberi della spiaggia, onde non correre il pericolo di venire scoperto, poi far agire la piccola elica.
Procedendo lentamente e muovendo le braccia adagio adagio per non far rumore, dopo pochi minuti i due nuotatori giungevano presso le prime radici di paletuvieri.
Colà l’oscurità era così profonda, in causa delle piante che s’incurvavano sull’acqua, da non poter distinguere cosa alcuna alla distanza di pochi passi. Tenendosi presso le radici, il tenente e lo spagnuolo erano più che certi di poter accostarsi alla cannoniera senza farsi scoprire.
Di quando in quando però si arrestavano per tendere gli orecchi, temendo che fra le radici si trovasse qualche insorto, o per accertarsi se il filo della scintilla elettrica che univa il siluro alla scialuppa non s’era spezzato od imbrogliato fra qualche ramo penzolante sull’acqua.
Avevano già percorsa mezza distanza, quando ai loro orecchi giunsero alcuni scricchiolii che venivano dalla parte della riva. Pareva che qualcuno s’avanzasse attraverso le radici dei paletuvieri.
— Avete udito? — chiese Cordoba, con un filo di voce, volgendosi verso lo spagnuolo.
— Sì, — rispose questi.
— Che qualcuno ci abbia scoperti?
— Non lo so, signore. Toccate coi piedi?...
— Sì.
— Anch’io.
— Allora fermiamoci e nascondiamoci sotto quelle fronde che s’incurvano sull’acqua.
— Zitto, signore. —
Gli scricchiolii continuavano e si udivano le foglie delle piante