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160 | Capitolo diciannovesimo |
— Poi fuggiamo a tutte gambe, e ci gettiamo nella foresta, onde evitare il pericolo di farci nuovamente assediare. Badate alle trombonate di quei bombardieri.
— Non temete: sono bene riparato. —
I negri s’avanzavano sempre urlando e dimenandosi, come già fossero ormai certi di avere in mano i due fuggiaschi e per fare qualche cosa, cominciarono a far tuonare i loro tromboni, quantunque fossero ancora tanto lontani da non avere la minima speranza che i proiettili potessero giungere fino alla batey.
Manco ed il suo compare, dinanzi a tutti, facevano sfoggio di coraggio, a parole, minacciando di far saltare l’intero fabbricato a colpi di trombone e giurando che avrebbero ridotti in polvere i due fuggiaschi se non si fossero prontamente resi. Giunti però a cento passi dalla batey, tutta la loro spavalderia scomparve e passarono prudentemente in coda, lasciando che andassero innanzi gli altri.
— I poltroni! — mormorò Cordoba. — Credo che non occorre storpiare nessuno per vedere tutti quei valorosi a scappare coi loro tromboni. Quiroga!...
— Signore!...
— Risparmiamo quei poveri diavoli.
— Se potessero averci nelle mani non risparmierebbero noi, anzi vi assicuro che si affretterebbero ad appenderci pei piedi al primo albero, per poi arrostirci vivi o per scannarci come vitelli con un buon colpo di machette. Conosco la crudeltà di quei furfanti.
— Allora mandiamone un paio all’altro mondo o limitiamoci a porli fuori di combattimento. —
I negri si erano arrestati per ricaricare i loro tromboni, prima di avvicinarsi alla batey. Cordoba e lo spagnuolo puntarono i loro fucili e fecero fuoco quasi contemporaneamente.
Il prode Manco ed il suo vecchio compare, quantunque si fossero prudentemente tenuti dietro ai loro compagni, caddero urlando disperatamente, come se già fossero moribondi, mentre cadeva pure uno della prima fila, ma questo senza mandare un gemito.
Gli altri, spaventati da quella doppia scarica, fuggirono all’impazzata attraverso i solchi della piantagione, senza pensare a scaricare i loro tromboni e si cacciarono nella foresta.
— Che gambe!... — esclamò Cordoba, ridendo. — Toh... cosa fanno Manco ed il vecchio?... Gridano come oche mentre sono certo di non aver colpito nè l’uno nè l’altro.
— Il mio uomo però è caduto e credo che non si alzerà più mai, — disse lo spagnuolo. — Gl’insorti non risparmiano noi spagnuoli quando cadiamo nelle loro mani ed io non risparmio loro quando lo posso.
— Oh!... I furbi!... —
Quell’esclamazione era stata strappata a Cordoba vedendo i