Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
148 | Capitolo diciassettesimo |
mente incrociate sul seno, cogli occhi in fiamme e la fronte aggrottata, lasciando cadere sul capo insorto uno sguardo di superba sfida.
In quell’atteggiamento fiero, la messicana era supremamente bella.
Il capitano Pardo per alcuni istanti aveva sostenuto lo sguardo schiacciante dell’energica donna, poi i suoi occhi, come non potessero più reggere il fuoco bruciante che irradiavano le pupille della prigioniera, si erano bruscamente abbassati.
— Signora, — disse. — Siete la donna più coraggiosa che io abbia incontrata su quest’isola. Il sangue spagnuolo non traligna e la vostra patria può andare superba di voi.
— La nostra patria, signore, — disse la marchesa. — Non dimenticate troppo presto la vostra origine.
— Sia, — rispose il capitano, con impazienza. — Ma un abisso troppo profondo sta fra me e la patria. —
Poi, come se avesse presa una improvvisa risoluzione, continuò, cambiando tono:
— Io non oserò, signora, far uso dei diritti che la guerra mi accorda; sarò tuttavia costretto a consegnarvi agli americani. O l’Yucatan o voi: tale è il patto.
— Fate quello che volete, signore.
— Questa sera voi partirete.
— Per dove?
— Pei cayos di San Felipe dove rimarrete prigioniera fino all’arrivo di qualche nave americana.
— E perchè non mi tenete con voi?
— Perchè devo levare il campo ed andarmene altrove. Qui non vi è nulla da fare ed io non sono uomo da rimanere inoperoso, mentre gli altri si battono. Addio, signora: ci rivedremo questa sera e chissà che non diventiate più arrendevole.
— Non speratelo, signore. —
L’aiutante di campo, ad una battuta di mano del capo insorto, era rientrato.
— Seguite quel signore, — disse Pardo alla marchesa.
La signora del Castillo uscì senza volgere la testa e seguì l’aiutante.
Attraversate alcune linee di capanne occupate dagli insorti, il giovane meticcio si arrestò dinanzi ad una tenda assai vasta, dinanzi alla quale si trovavano i quattro marinai, che chiacchieravano famigliarmente con alcuni insorti, fumando degli eccellenti sigari stati loro regalati.
— Entrate, signora marchesa, — le disse. — Troverete lì dentro una persona che forse conoscete.
— Qualcuno dei miei, forse? – chiese ella con viva emo-