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132 Capitolo quindicesimo

— Andiamo avanti, Cordoba.

— L’uscita non deve essere lontana, — disse in quel momento il soldato. — Sento una corrente d’aria fresca, vivificante, scendere nella galleria.

— Avanti, — comandò Cordoba.

Balzarono sopra il cadavere dell’enorme serpente e si rimisero in cammino, illuminando la galleria coll’ultimo pezzo di corda incatramata.

L’aria diventava sempre più fresca e l’oscurità tendeva a diventare meno densa, segno infallibile che lo sbocco non doveva essere lontano.

Già Cordoba aveva spento la corda incatramata e cominciava a scorgere, ad una distanza di cinquanta o sessanta metri, un po’ di luce, quando ai suoi orecchi giunse un rumore strano che di primo colpo non riuscì a spiegare.

Pareva che sopra la galleria dei cavalli e degli uomini corressero disperatamente o che qualche impetuoso torrente passasse, rumoreggiando, a fior della vôlta.

— Cos’è questo fracasso? — si chiese, arrestandosi perplesso ed inquieto.

Affrettò il passo tenendo impugnato il fucile d’un marinaio, e si slanciò verso una larga fessura che si disegnava nettamente all’estremità della galleria, proiettando un fascio di bianca luce.

Stava per raggiungerla, quando vide alcune forme umane apparire bruscamente dinanzi a quell’apertura, intercettando coi loro corpi la luce, mentre una voce gridava con aria di trionfo.

— Eccoli! Vedete che non mi ero ingannato! —

Cordoba si era fermato, mandando un grido di furore.


CAPITOLO XVI.


Bloccati nella galleria.


La situazione dei fuggiaschi stava per diventare grave, anzi disperata. La loro cattura, senza un miracolo, non doveva essere più che questione di ore.

Ormai ogni scampo era chiuso ed una difesa, per quanto ostinata, non li avrebbe di certo salvati, avendo da fare con un nemico numeroso e deciso a farli prigionieri. Potevano bensì retrocedere verso le casematte, con poca speranza di successo però, essendo più che mai convinti che gl’insorti avessero già occupato fortemente anche l’altra estremità della galleria, onde prenderli fra due fuochi.

— Per centomila pesci-cani!... — esclamò Cordoba, retrocedendo precipitosamente onde evitare di correre il pericolo di farsi uccidere da una improvvisa scarica. — Siamo presi come topi in