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106 | Capitolo dodicesimo |
— Dite un vero disastro, per certi piantatori, — rispose Cordoba, accendendo una sigaretta. — Vi basti sapere che nella sola Giamaica, fino a pochi anni or sono, recavano dei danni ammontanti a circa tre milioni e che a Cuba, a Portorico, a Trinidad, alle Barbade, alla Guadalupa ed alla Martinica divorano complessivamente, ogni anno, per circa cinquanta milioni di prodotti.
— Che topi sono adunque?...
— Dei roditori feroci, spietati, che devastano intere piantagioni di canne da zucchero, di caffè, di patate, di cacao, di granoturco, di legumi, di cocchi e che fanno dei vuoti immensi nei pollai dei poveri coloni.
— Anche i polli distruggono?...
— E con quale accanimento!...
— Ed i gatti cosa fanno?...
— Hanno paura, donna Dolores. Non sapete adunque che vi sono certi topi che dalla testa alla coda misurano perfino ottanta centimetri?...
— Oh!... I brutti mostri!...
— Ma non bastano i polli; anche coi bambini se la prendono. In sei anni, in queste isole, hanno divorato oltre una dozzina di negretti.
Tutti poi si ricordano come alla Martinica abbiano spolpata completamente una povera negra che si era addormentata in un campo di granoturco ed alla Guadalupa un negro che si era sdraiato all’aperto, dopo di aver bevuto troppo rhum.
— E non hanno tentato di distruggere quei famelici e ributtanti roditori?...
— Sì, però con poca fortuna da principio. S’impiegarono le formiche di Cuba, che come sapete hanno le branche robuste come se fossero d’acciaio, diffondendole in tutte le isole; poi i rospi-tori, quei brutti e grossi batraci che muggiscono come buoi in furore; quindi il serpente della Martinica, il velenosissimo ferro di lancia; poi ricorsero al fosforo, alle trappole, ai cani ammaestrati alla caccia dei topi, eppure non ottennero che degli scarsi risultati. Ora però la va male pei topi.
— Hanno trovato qualche buon rimedio?...
— Sì, donna Dolores. Alcuni anni or sono il signor William Espent, un ricco piantatore, ebbe la buona idea di esperimentare gli icneumoni o meglio delle manguste indiane, specie di donnole appartenenti alla famiglia degli zibetti, carnivori feroci, nemici dichiarati dei sorci ed anche dei coccodrilli, distruggendo le uova di questi pericolosi anfibi.
Introdottili nella Giamaica, diedero degli splendidi risultati, divorando i roditori a milioni e salvando le piantagioni da certa perdita. Ora gli icneumoni sono stati portati anche alla Martinica, alla Guadalupa, a Portorico e si sono moltiplicati in modo inquietante.