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102 | Capitolo dodicesimo |
— Il soldato mi ha parlato di un rifugio e noi lo cercheremo subito; non è prudente trovarsi in piena foresta, quando il vento infuria con quella potenza che già noi conosciamo.
— Vi condurrò in un luogo ove potremo passare la notte e metterci al sicuro, signora, — disse lo spagnolo, rivolgendosi alla marchesa.
— Vi è qualche capanna in questi dintorni?
— Meglio ancora, signora; vi è un fortino, in parte diroccato è vero, ma che ci basterà, avendo ancora una torre in buon stato ed una casamatta.
— È lontano?...
— Non lo credo. Ditemi, signora, avete attraversato un corso d’acqua per giungere qui?...
— Sì, — rispose la marchesa.
— Se possiamo ritrovarlo saremo presto al fortino.
— Deve trovarsi ad un chilometro dietro di noi, — disse un marinaio. — Colla bussola in mano spero di poterlo ritrovare.
— Partiamo, — disse la marchesa. — L’uragano s’avanza di galoppo.
— E fra poco farà un massacro di questi vegetali, — aggiunse Cordoba. — Speriamo che qualche colosso piombi sul cranio di quel caro signor Del Monte e lo mandi a farsi pagare il prezzo del tradimento da messer Diavolo. —
Il drappello si era messo rapidamente in cammino, preceduto da due marinai muniti di rami resinosi, essendo l’oscurità sempre profondissima sotto quei giganteschi vegetali.
L’uragano che tanto temevano s’avanzava rapido.
Già qualche lampo si vedeva balenare al di sopra dell’immensa cupola di fogliame, seguito da un cupo brontolìo che pareva si propagasse perfino sotto terra, come se il suolo fosse diventato d’una sonorità straordinaria, mentre l’aria, diventata soffocante, quasi ardente, s’impregnava rapidamente d’elettricità.
Fra poco quella grande foresta doveva diventare il teatro d’una scena spaventosa, essendo gli uragani delle Antille d’una violenza tale da non potersi fare un’idea della loro possanza. Durano poco, però quali disastri cagionano, specialmente se alla forza irresistibile dei venti si unisce, come pur troppo sovente succede, la forza brutale dei terremoti e dei maremoti.
Scoppiano per lo più al principiare della stagione delle piogge e s’annunciano parecchie ore prima facendo apparire il sole rosso e l’aria torbida, mentre invece appare chiarissima la cima delle montagne e le stelle sembrano più grandi del solito.
Tutto d’un tratto, dopo una calma perfetta, il vento comincia a soffiare con violenza, a colpi irregolari, da ponente a levante, poi bruscamente cambia direzione in senso inverso. Le due grandi correnti d’aria, incontrandosi, producono uno sconvolgimento for-