Pagina:Salgari - La Stella Polare.djvu/83


Un dramma polare 75


Un colpo di fucile lo fa cadere morto sulla coperta. Attaccato ad una zampetta portava un piccolo tubo chiuso all’estremità superiore con un po’ di cera.

Fuori portava la seguente iscrizione, che io ricordo benissimo:

«Dalla spedizione polare Andrée, al giornale Aftombladet di Stoccolma. Aprite il tubetto e toglietene i due messaggi. Telegrafate quello in lingua comune all’Aftombladet e inviate l’altro cifrato allo stesso giornale col primo corriere.»

Aperto il tubetto, si trovò un solo messaggio scritto in lingua norvegese e del seguente tenore:

«13 luglio, mezzodì e 30 minuti. Latitudine 82° 2’; longit. 15° 5’. Buona rotta verso l’est, 10° sud. Tutto bene a bordo. Questo piccione è il terzo che invio.»

La scrittura era proprio di Andrée ed il piccione portava impresso sulle ali i segni distintivi della spedizione, quindi non si poteva dubitare dell’autenticità del documento.

Passarono altri due anni di penosa attesa. Gli scienziati s’erano divisi in due campi: chi supponeva Andrée ancora vivo, chi ormai lo riteneva miseramente morto, o in pieno mare o fra i ghiacci del polo.

Quante supposizioni, quante dicerie, quante discussioni in quel lungo tempo.

Il 14 maggio del 1898, presso Kollafjord, sulla costa nord dell’Islanda, si raccoglie un gavitello appartenente ad Andrée. L’Ornen ne aveva dodici, muniti di tubi per mettervi dentro i dispacci, ed un altro più grande che doveva solamente lanciarsi al polo.

Quel gavitello conteneva il seguente dispaccio:

«Gavitello N. 7. – Questo gavitello fu gettato dal nostro pallone l’11 luglio 1897, alle ore 10.55 di sera, ora media di Greenwich, sotto la latitudine di 82° nord, longitudine di 25° ovest. Ci libriamo ad un’altezza di 600 metri. Tutto bene a bordo. – Andrée, Strindberg, Fraenkel.»

Quel gavitello, scoperto dopo due anni, era stato lanciato il giorno stesso in cui l’Ornen si era alzato, sette ore dopo la partenza.

Poi un altro lungo silenzio. Un mistero profondo regnava sulla sorte degli audaci che avevano spiccato il volo verso i ghiacci polari.

Una leggenda si andò però formando. Alcuni pescatori dichiara-