Pagina:Salgari - La Stella Polare.djvu/69


Una terribile avventura 61


«Lo calmeremo con un paio di ramponi,» disse Mac-Bjorn, il mastro fiociniere.

«Alle baleniere!...» gridò il capitano.

Gli altri, per nulla atterriti dalla collera del fisetere, trascinarono due scialuppe fino all’estremità del banco e le lanciarono in acqua.

Essendo l’equipaggio molto scarso, a bordo della nave arenata non rimase che il capitano Sanders.

Sia che egli presentisse qualche catastrofe o qualcos’altro, vedendo partire i suoi marinai era estremamente commosso.

«Che Iddio vi protegga!...» disse.

Presero rapidamente il largo, sicuri di abbordare il capodoglio, il quale continuava i suoi capitomboli dinanzi al fjord.

Pareva che avesse già scorta la nave arenata sul banco, poiché di quando in quando volgeva la testa in quella direzione e soffiava, con maggior forza, mentre con la coda sollevava vere montagne d’acqua.

Quando i balenieri giunsero a poche centinaia di passi, parve più sorpreso che incollerito, ed invece di prendere il largo mosse verso le scialuppe mostrando l’enorme bocca aperta, una vera voragine che avrebbe potuto contenere le due imbarcazioni assieme agli uomini che le montavano.

Il fiociniere Mac-Bjorn che si trovava nella prima baleniera, si mise a gridare ai compagni:

«State in guardia!... Sta per caricarci!...»

Non aveva ancora finita la frase che il fisetere si precipitava addosso ai balenieri con slancio irresistibile, mandando contemporaneamente un urlo così acuto, da poter essere udito a due miglia di distanza.

I mastri delle baleniere che si tenevano in guardia, furono pronti a virare di bordo per gettarsi al largo, non ostante le montagne d’acqua che percorrevano il mare.

Il capodoglio passò fra le scialuppe con la rapidità d’un lampo, ma il fiociniere Mac-Bjorn non si perdette d’animo e gli scagliò contro il rampone, il quale s’infisse profondamente in una parte ricca di tendini e di carne.

Il cetaceo, sentendosi ferito, s’inabissò bruscamente, poi subito