Pagina:Salgari - La Stella Polare.djvu/67


I giganti del mare 59


– Manca ancora una buona ora al quarto, – disse Hansen, il velaio. – E poi S. A. R. il duca è troppo occupato nei suoi calcoli per pensare a noi.

– E la navigazione non richiede le nostre braccia, – aggiunse Andresen. – Non si vede ancora il fanale di Bejan.

– Allora ascoltatemi, – disse il carpentiere. – Sarà un’avventura che vi farà drizzare i capelli. –


Capitolo VII

Una terribile avventura


Si era fatto un profondo silenzio sul castello di prora, silenzio appena rotto dalla brezza, che sibilava attraverso i cordami della nave e da qualche ondata che veniva ad infrangersi contro la carena con sordo fragore.

La Stella Polare, guidata da Cardenti, il quale aveva preso posto presso il pilota, filava sempre nel vasto canale di Hitheren, diretta verso Bejan, il cui fanale non doveva tardare a comparire.

S. A. R. assieme al cav. Cagni, al dott. Cavalli ed al capitano Evensen, stava facendo delle osservazioni astronomiche sulle stelle, che cominciavano ad apparire sulla linea dell’orizzonte, divenuta ormai oscura.

Le quattro guide, quantunque pochissime parole norvegesi avessero imparate durante la navigazione, s’erano strette pure intorno al circolo formato dai marinai, sperando di comprendere qualche cosa della tremenda avventura che stava per narrare il carpentiere. Andresen le aveva avvertite di aprire per bene gli orecchi e si era offerto di tradurre anche qualche cosa.

Ditman, dopo d’aver accesa la sua pipa, con un gesto energico aveva reclamato il più assoluto silenzio.

– Uditemi, – disse poi, – e fremete!...

– Non udite fremere anche le mie pentole?... – interruppe Johannesen. – Andate adagio, altrimenti scoppieranno, e allora noi.... –