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I giganti del mare 55


Risalì a galla con tale slancio da uscire più che mezza dall’acqua, poi si mise a correre all’impazzata, emettendo note sempre più potenti e sconvolgendo l’oceano con furiosi colpi di coda.

Faceva paura quel gigante irritato e vi era infatti da fremere, perchè sarebbe bastato un solo urto per mandare a picco le scialuppe e anche la nave. Dal suo fianco ferito, ove si vedeva ancora infisso il rampone, usciva un largo zampillo di sangue, il quale arrossava la spuma delle onde.

Le due scialuppe nondimeno gli correvano addosso. I due fiocinieri si erano armati delle lance arrotondate per vibrargli il colpo mortale.

La balena però non si lasciava accostare, nè accennava a mostrarsi infiacchita per la perdita del sangue, anzi pareva che nella sua rabbia riacquistasse maggior forza.

S’inabissava con un fragore paragonabile al tuono udito in lontananza, tornava a galla lanciando dagli sfiatatoi dense colonne di vapore, si rovesciava sul fianco ferito cercando di strapparsi l’arma, si precipitava in tutte le direzioni tentando di fracassare le scialuppe, e mandava note sempre più potenti, più formidabili.

Ad un tratto parve che fosse spossata e si arrestò, soffiando rumorosamente. Uno dei due fiocinieri approfittò subito del momento in cui la balena alzava la coda, per lanciarle sotto le ultime vertebre, la larga lancia foggiata a disco.

Il colpo fu dato con tanta maestria, da reciderle i tendini caudali.

A quella nuova ferita, il disgraziato cetaceo, preso dallo spavento, si diede alla fuga in direzione del brigantino, ma non era veramente una fuga, perchè procedeva a zig-zag, a tentoni, come se il dolore l’avesse reso cieco.

In caso diverso, non si sarebbe certamente accostata alla nave che poteva lanciarle addosso nuovi ramponi.

Le due scialuppe si erano messe ad inseguirla, temendo che nella sua pazza corsa urtasse il legno che s’era messo in panna; ma rimasero ben presto indietro, non ostante gli sforzi disperati dei rematori.

Infatti il voler lottare in velocità con una balena sarebbe stata una pazzia, essendo già noto a tutti i pescatori che simili cetacei percorrono seicento metri per minuto.