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38 | Capitolo quarto |
che i mari, che comunicano tutti fra di loro, debbano avere un dislivello, eppure è precisamente così. Ne parlavo appunto ieri col tenente Querini. Per esempio il mare Mediterraneo è più basso dell’Oceano Atlantico, come pure il golfo del Messico è più alto dell’Oceano Pacifico.
– Differenze notevoli?
– Non trascurabili. Fra l’Atlantico ed il Mediterraneo esiste un dislivello di ben 72 centimetri. Anche quello del Baltico è diverso da quello del Mediterraneo, oltrepassandolo di 0,697.
– E da che cosa provengono queste differenze di livello?
– Molta influenza hanno le correnti, per taluni mari; in altri invece l’evaporazione o l’abbondanza delle acque versate dai fiumi.
– Anche le tinte dei mari variano, è vero signor Evensen? – chiese l’ingegnere di macchina.
– Sì, signor Stökken. Nel mar Rosso, per esempio, talvolta si sono osservate delle tinte porporine, dovute alla presenza di una specie d’alga colorante; nel Giappone l’acqua è molto oscura, talvolta quasi nerastra, mentre nel golfo di Guinea è spesso lattea.
– E l’Artico non ha alcuna tinta speciale?
– Solo una grande limpidezza, che non eguaglia però quella dell’Oceano Antartico, – rispose il capitano. – In certe giornate di calma, io ho potuto vedere dei delfini nuotare a cinquanta e talvolta a ottanta metri di profondità!
– E nell’Oceano Antartico è più limpida?
– Assai di più.
– E credete che sia anche meno sgombra di ghiacci?
– La regione Antartica?
– Sì, capitano.
– Non sembra, signor Stökken. Non si sa ancora per quale ragione esatta, i ghiacci galleggianti abbondano più nell’Oceano Antartico che nell’Artico. Probabilmente dipende dalla mancanza d’una grande corrente tiepida.
– Infatti, nell’Oceano Artico viene a morire quella del Gulf-Stream.
– Sì, ingegnere, e malgrado la lunga via percorsa, conserva ancora un po’ del calore raccolto nel golfo del Messico, sicchè i