Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
294 | Capitolo decimo |
i cucchiai e le forchette erano state bandite dalla tavola, usando invece oggetti di legno o di corno.
Il pane aveva acquistato una durezza estrema mettendo a dura prova i denti di tutti; la carne si doveva spaccare a colpi di scure; il legno era diventato compatto come l’osso, e se non gelavano i vini ed i liquori era perchè il cuoco aveva presa l’abitudine di conservarli nel suo santuario, presso la stufa.
Le scatole di carne o di pesce conservato, di verdure sotto aceto, di frutta, dovevano prima venire sgelate per poterle rendere mangiabili.
Quantunque le stufe bruciassero incessantemente, anche sotto la grande tenda, certi giorni, la temperatura si abbassava e quando gli uomini incaricati di sbarazzare la neve che si accumulava in grandi masse attorno all’accampamento, entravano, al contatto col calore emanato dai fornelli, venivano subito avvolti in una nuvola di nebbia che poi cadeva al suolo sotto forma di nevischio.
La salute però si manteneva buona e lo scorbuto, questo terribile male che coglie quasi sempre gli esploratori polari, rimaneva lontano. Il segreto stava tutto nell’alimentazione, sana, svariata e sempre abbondante, e nelle frutta e nelle verdure somministrate a tutti senza risparmio.
Anche la noia non riusciva a far breccia. Ogni sera vi era spettacolo svariato: concerti, rappresentazioni buffe, partite accanite alle carte e discussioni scientifiche attorno ad un punch fiammeggiante o ad un the fumante.
Solamente le guide di quando in quando, provavano la nostalgia delle loro lontane montagne e non sapevano rassegnarsi a quella cupa tenebria che regnava costantemente al di fuori.
I loro vigorosi organismi soffrivano anche per quella inazione forzata. Delle settimane intere sotto la tenda, senza poter mettere il naso fuori in causa dei furiosi uragani di neve, era troppo per quei montanari. Però dobbiamo dire che non si lamentavano; tutte le loro domande non avevano che un solo scopo: sapere quando sarebbe tornato il sole per cominciare la marcia verso il polo.
Passarono però anche gli uragani ed il tempo cominciò un po’ a ristabilirsi.