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Accampamento a terra 285


Era quindi da sperarsi e da augurarsi d’incontrarne, somministrando essi una carne eccellente, gradita da tutti i membri della spedizione.

Quegli animali infatti non tardarono a mostrarsi, attirati dall’odore della cucina del bravo Zini.

Un bel giorno ne furono sorpresi alcuni a ronzare in vicinanza dell’accampamento. Erano orsacchiotti dalla pelliccia candida, di statura non molto grossa, pure egualmente pericolosi.

Inseguiti dai marinai e dalle guide furono lesti a prendere il largo, riguadagnando i banchi di ghiaccio, ma la fame non doveva tardare ad attirarli.

Intanto il freddo aumentava sensibilmente e le giornate si accorciavano con rapidità, annunciando la terribile notte polare. Frequenti nebbioni piombavano sulla baia di Teplitz, accompagnati da venti furiosi, rigidissimi, che facevano screpolare la pelle del viso e delle mani.

– L’autunno se ne va rapidamente, – disse un giorno il macchinista al tenente Querini. – Le furiose nevicate non tarderanno a rovesciarsi su questi luoghi e ci imprigioneranno nelle nostre tende. –

Ed infatti non tardarono a succedersi, fugando gli ultimi uccelli marini. Gli altri erano già emigrati in stormi immensi verso il sud, in cerca d’un clima più mite e del mare libero, non potendo più pescare fra quegli immensi campi di ghiaccio.

La neve, poco dopo che era caduta si solidificava, non tanto però da poter provare le slitte, ma sufficientemente per provare gli sky così tanto vantati dai norvegesi.

S. A. R. ne aveva acquistati parecchi in Norvegia, quindi diede ordine di metterli alla prova, non essendo cosa facile addestrarsi a quei pattini.

Le guide, sulle quali molto si contava per la futura marcia al polo, furono le prime a metterli alla prova sotto la direzione dei marinai norvegesi, poi si addestrarono S. A. R. ed i suoi ufficiali.

Questi sky sono pattini di legno molto lunghi, piatti nella parte inferiore, a punta ricurva sul davanti e un po’ arrotondati di dietro.

Sono larghi dieci o dodici centimetri e in lunghezza misurano dai sei agli otto piedi, secondo l’altezza dell’uomo che deve portarli.