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260 Capitolo settimo


– È partito il 27 luglio dell’anno scorso, con un seguito numeroso, sbarcando al Capo Tegetthoff, poi la sua nave fece ritorno in Norvegia.

– E non si è più saputo nulla? – chiese il tenente.

– Si sa che il Wellmann doveva svernare sul quel Capo per poi spingersi direttamente verso il polo nella prossima primavera. Che si sia spinto molto innanzi o che sia stato sfortunato, lo sapremo forse presto.

– Che si aprano i ghiacci?

– Lo spero, signore. Il vento, presto o tardi, li spingerà altrove. Guardate lassù, verso il nord non vedete come l’orizzonte è azzurro? Ciò indica che là vi è il mare libero. Armiamoci di pazienza e aspettiamo. –

L’indomani la Stella Polare, avendo trovato un canale, potè inoltrarsi di alcune miglia, con molta fatica però e anche con molto pericolo.

La Cappella dal canto suo era riuscita a guadagnare il mar libero, ma prima di riprendere la rotta verso il sud voleva attendere la Stella Polare per ricevere la corrispondenza. A mezzo di bandiere aveva già segnalato di rimanere in panna in attesa che la nave del Duca potesse liberarsi dai banchi di ghiaccio, ed aveva pure segnalato di aver a bordo la spedizione Wellmann.

Non fu che il 6 agosto, all’una pomeridiana, che la Stella Polare, dopo d’aver assalito vigorosamente gli ultimi banchi di ghiaccio, potè finalmente raggiungere il mare libero, abbordare la Cappella e salutare i superstiti della spedizione Wellmann.


Capitolo VII

L’incontro con la «Cappella»


La spedizione Wellmann, raccolta dalla nave baleniera, aveva avuto un tale rovescio da non incoraggiare certo i membri della spedizione italiana. Ritornava in pessimo stato, con un uomo di meno e senz’esser riuscita nel suo intento di raggiungere il polo.