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La «Stella Polare» 19


– Tremendo, – rispose il norvegese. – Un giorno la nave che montavo fu urtata da uno di quei colossi.

– E venne sfracellata?

– No, ci scaricò in coperta una mezza dozzina d’orsi bianchi affamati e ferocissimi.

– Oh!... Questa è strana! Forse che quegli animali hanno l’abitudine d’imbarcarsi sui banchi di ghiaccio?

– Non lo fanno appositamente. Quando avviene lo sgelo, il quale ordinariamente comincia alla fine di giugno, i grandi banchi di ghiaccio, che noi chiamiamo ice-fields, si sgretolano e la corrente trascina verso il sud i rottami. Avviene così che gli orsi bianchi che si trovano su quei campi di ghiaccio, per non annegarsi, s’imbarcano su uno di quei frammenti, lasciandosi trasportare alla ventura.

– Pure mi hanno detto che quegli animali sono buoni nuotatori, – osservò la guida.

– Abilissimi, poichè se ne sono veduti alcuni nuotare a venticinque e perfino a trenta miglia dalla terra più vicina.

– E come finiscono quelli che vengono trascinati verso il sud? – chiese il montanaro, che s’interessava molto di quelle spiegazioni.

– O muoiono di fame o s’annegano, – rispose il norvegese. – Le acque, essendo meno fredde al di là del circolo artico, in causa anche della corrente del Gulf-stream, a poco a poco corrodono i banchi di ghiaccio e gli ice-bergs, ed i poveri orsi finiscono coll’affogarsi.

– Ne incontreremo anche noi?

– Oh!... certamente, – rispose Andresen.

– E vedremo anche delle renne?

– Se si andasse allo Spitzbergen se ne incontrerebbero molte, ma ignoro se ve ne siano sulla Terra di Francesco Giuseppe. Ah!... Eccoci alla bocca del fjord! Guardate che spettacolo! È uno dei più belli della nostra Norvegia! –

La Stella Polare, dopo d’aver girate le isole del Sandyfjord, era entrata nella profondissima baia di Christiania, una delle più ammirabili dello Skager-Rak e del Kattegat.

Non è molto larga, anzi la sua imboccatura è piuttosto stretta,