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18 Capitolo secondo


A prora il tenente Querini guardava il mare chiacchierando col capitano Evensen, il quale gl’indicava i villaggi che ora apparivano ed ora scomparivano entro i due piccoli fjords di Sandyfjord.

La costa appariva selvaggia. Rupi tagliate quasi a picco, minate e sventrate dall’eterna azione delle onde; isolotti neri emergenti dal mare minacciosamente; in alto, a molta distanza, grandi distese di pini e di abeti i cui acri profumi giungevano fino sul ponte della nave mescolandosi all’odore non meno penetrante dell’aria marina.

– Fra cinque o sei ore noi saremo a Christiania, – disse Andresen, l’amico di papà Nerike, in francese, volgendosi verso Ollier, una delle due guide del Duca, il quale guardava attentamente verso il nord-est, cercando di scoprire il fjord di Christiania.

– Una città che mi piace molto, – rispose il montanaro. – È molto diversa dalle nostre d’Italia, ma pur sempre bella.

– Dovreste vederla fra dieci anni; allora non la riconoscereste più. Cosa volete, gl’incendi, di tratto in tratto ce la guastano.

– Sfido io!... Avete troppe case di legno!...

– Se ne faranno meno, ora, – disse Andresen. – Siamo arcistufi d’incendi! In venti anni ne sono scoppiati tanti da superare quelli che succedono in cent’anni in qualsiasi altra città del mondo.

– Infatti si vede che è una città assolutamente moderna, e vi dirò anzi che assomiglia un po’ alla nostra Torino, che ho veduta ultimamente. Strade nuove e diritte, e case nuove e bene livellate. Vi è però una cosa che mi stupisce.

– E quale? – chiese Andresen.

– La dolcezza relativa del vostro clima. Credevo che la Norvegia, essendo così poco lontana dai mari artici, fosse molto più fredda.

– Aspettate di giungere sulle coste settentrionali, – disse il giovane mastro, con un risolino. – O meglio, aspettate di trovarvi nell’Oceano Artico. Ah!... Lassù lo sentirete bene il freddo, ve lo assicuro.

– Mi hanno raccontato che si vedono delle grandi montagne galleggianti.

– È verissimo, e che montagne!... Talvolta si incontrano delle vere flottiglie di ice-bergs, e tutti di dimensioni enormi.

– Un grave pericolo per le navi, – disse Ollier.