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Le esplorazioni artiche 151

rompere quei banchi di ghiaccio che gli ostacolano la marcia, corre il pericolo di farsi fracassare le navi, poi, scoraggiato rinuncia all’impresa, convinto dell’assoluta impossibilità di trovare un passaggio verso il polo.

Quasi nell’istessa epoca, un altro inglese, il capitano Robinson, tenta pure di giungere al polo per la via dello Spitzbergen e riusciva a spingersi fino all’81° 30’ di latitudine, dove veniva arrestato dai campi di ghiaccio, senza aver scoperta alcuna terra.

Altri inglesi e olandesi si seguono con esito sempre negativo, poi vengono dei capitani russi, i quali non hanno miglior fortuna. Dovunque la barriera di ghiaccio oppone un ostacolo assolutamente insuperabile.

Nel 1827 è la volta di Parry, uno dei più audaci esploratori polari, che aveva già compiuti prima altri viaggi fortunati nei mari polari della Groenlandia e dell’America settentrionale.

Credendosi più fortunato, parte con due navi bene equipaggiate, sale fino allo Spitzbergen e va ad ancorarsi nella baia di Hecla Cove, per sottrarsi alle tremende tempeste che minacciano d’inghiottire le sue navi.

Fu di là che cominciò le sue escursioni terrestri, avanzandosi con delle barche-slitte in compagnia di due ufficiali e di due marinai.

Procedendo attraverso ai campi di ghiaccio, in mezzo a continui pericoli e con fatiche immense e lottando con la deriva, che trasportava i banchi verso il sud, riesce a superare tutti i precedenti esploratori.

Aveva raggiunto l’82° 45’ latitudine che per parecchi anni rimase la più elevata, non ostante gli sforzi valorosi di molti altri non meno audaci navigatori che, se non superarla, avevano tentato almeno di raggiungerla.

Il pessimo stato dei campi di ghiaccio e le correnti polari che trascinavano quegli stessi banchi verso il sud, costrinsero Parry a pensare al ritorno.

Verso la fine del settembre, Parry rivedeva l’Inghilterra, accolto con grandi onori dal governo e dai suoi compatriotti.

Nel 1858 è il capitano Quennershadt, che con una piccola nave s’avanza verso lo Spitzbergen, visitando quei fjords e le Mille Isole,