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Addio Europa! | 135 |
era assunto l’impegno di consegnare i cani, Trontheim decide di dividersi dalla tribù. Lascia indietro le donne, i fanciulli, le renne e s’avanza con alcuni uomini verso il mare, conducendo con sé dieci slitte.
Il 9 luglio, come aveva promesso, giungeva a Kabarova, nello stretto di Jugor, dove lo attendeva il Fram.
L’impressione riportata da Nansen, quando volle provare i cani, merita di venire riportata.
Appena ricevuto l’avviso insperato che Trontheim era giunto, Nansen si era affrettato a recarsi all’accampamento dei cani, situato a qualche distanza dall’abitato. Erano tutti legati in una lunga fila e facevano un baccano assordante.
Molti di essi avevano l’aspetto di cani di razza, pelo lungo e bianchissimo, orecchie diritte e muso aguzzo. Altri, dal pelo più corto, avevano l’aspetto più volpino; parecchi erano neri o macchiati. Ce n’erano, visibilmente, di diverse razze, ed alcuni tradivano, con le loro orecchie pendenti, una forte mescolanza di sangue europeo. Con grande voracità ingoiavano il pesce crudo (aringhe d’acqua dolce) non senza azzuffarsi fra i vicini.
Trontheim ne scelse dieci che attaccò a una slitta samojeda. Quando questa fu allestita e Nansen vi ebbe appena preso posto, la muta, scorto a poca distanza un infelice cane forestiero che si avvicinava, partì al galoppo contro la povera creatura. Ululando come lupi feroci, piombarono tutti dieci addosso a quell’uno, mordendolo e dilaniandolo. Il sangue scorreva in gran copia, e il disgraziato urlava pietosamente, mentre Trontheim, girando attorno come un ossesso, menava colpi a dritta e a sinistra. Riavutosi dalla sorpresa, Nansen si gettò alla sua volta sui più feroci combattenti e li afferrò per la gola, dando così un breve respiro alla vittima che poté ritirarsi.
La muta dei cani s’era talmente scompigliata durante la zuffa, che ci volle non poco per districarla. Finalmente, rimesso ogni cosa in ordine per la partenza, Trontheim fece schioccare la frusta, gridando prrr, prrr, e via a carriera sfrenata, su terreno erboso, su pietre, su argilla, e poco mancò non attraversassero anche la laguna.