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110 Capitolo undicesimo


Terre d’altronde quasi disabitate, con rarissime borgate marittime, una vera desolazione che rattrista gli sguardi dei naviganti abituati alle splendide pittoresche vedute delle coste settentrionali della vicina Norvegia.

Su quelle vastissime pianure, spazzate dai gelidi venti della regione artica, non si trovano che poche tribù di lapponi, le quali altro non si occupano che dell’allevamento delle renne. Questi abitanti hanno sempre dimostrato, al contrario dei loro fratelli esquimesi ed islandesi, una spiccata antipatia pel mare, e perciò di rado si spingono fino sulle sponde dell’oceano.

Preferiscono piantare le loro tende di pelle lungo i corsi dei fiumi, che sono numerosissimi in quella regione, o nelle grandi pianure dove le loro mandrie di renne trovano abbondanti distese di muschi e di licheni.

Sono d’altronde poco socievoli, non vedono di buon occhio i russi che considerano come conquistatori e si tengono possibilmente lontani da tutti i centri popolati. Sono nomadi che levano sovente i loro attendamenti per andarsene ora verso il nord ed ora verso il sud, a seconda della stagione e dell’abbondanza o scarsità dei pascoli.

La Stella Polare, lasciato Vardö, aveva messa la prora verso il nord-nord-est puntando verso il capo Njemezki, onde superare la grande penisola di Ribatschi, la quale si spinge molto innanzi nell’oceano Artico.

Al di là del capo, contro l’aspettativa generale, il mare era affatto libero, una vera fortuna, poichè ordinariamente quelle coste sono battute dai ghiacci che la corrente siberiana spinge appunto da quelle parti. Cosa molto strana però, poichè al Capo Nord, che ha una latitudine molto elevata, è raro incontrarne durante la primavera od il principio dell’estate.

Anche al largo il mare era tranquillo; solamente delle lunghe ondate, pochissimo alte, si spingevano ad intervalli, andando a rompersi contro le coste dirupate della penisola con un sordo rimbombo che le caverne marine ripercuotevano a lungo.

Nessun veliero o piroscafo si vedeva apparire sull’azzurro-cupa superficie dell’oceano Artico. Quelle coste sono già generalmente poco battute, non essendovi, come fu detto, città marittime.