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Il Capo Nord 107

la mattina del 26 giugno essa giungeva a Vardö, ancorandosi in mezzo alla piccola baia.

Vardö si trova quasi all’entrata del profondissimo Varange-fjord, famoso pei numerosi pescatori e squartatori di balene che lo abitano e per le sue grandi fonderie d’olio.

È una piccola città che conta dai duemilacinquecento ai tremila abitanti, divisa in quartieri bassi ed alti, essendo costruita su di un pendìo, con casette di legno variopinto che hanno un aspetto modesto bensì, ma anche molto pittoresco, tutte adorne di vasi contenenti belle fucsie, rose e pelargoni, fiori coltivati con chissà quali cure per difenderli dai morsi crudeli del gelido vento polare.

Il monumento principale è una chiesa, che si trova nella città alta, molto bella e ricca di fregi, di stile russo. All’infuori di questa non vi sono che casette e magazzini ricolmi di pesce secco o d’olio di balena o di guano artificiale.

Appena giunta la Stella Polare, numerosi abitanti si erano riversati sulla spiaggia e parecchie barche di lapponi si erano affrettate a circondarla, offrendo ai marinai pesci e coltelli coi manichi di corno di renna.

Che brutti tipi quei lapponi! Quanto erano diversi dai norvegesi educati, istruiti e soprattutto puliti.

Uomini e donne erano biondi, tozzi, coi capelli scarmigliati e così sporchi da far ribrezzo. I primi indossavano delle tuniche di panno azzurro cupo, sbrindellate e rattoppate in cento luoghi, eppur adorne di strisce di lana gialla e rossa e strette alla cintura da fasce rosse o nere. Avevano calzoni di fustagno pesante e spelato, berretti di pelle di renna e scarponi enormi, con la punta rialzata alla foggia chinese. Le donne per distintivo portavano certi scialli dalle tinte impossibili, stretti attorno alla testa, ed alle braccia avevano delle catenelle di ottone.

Sì gli uni che le altre avevano l’andatura goffa, l’aspetto sofferente, la tinta giallastra dovuta in parte alla sporcizia ed erano affetti da malattie agli occhi. È appunto fra questi miserabili che la lebbra sceglie le sue vittime.

La Stella Polare si arrestò fino alla sera, facendo alcune provviste, poi riprese la corsa verso l’est per giungere nel mar Bianco e