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Nei paraggi del Maelstrom 99


La Stella Polare, attraversato quel tratto di mare indifeso, si cacciò ben presto nello stretto di Sorö, formato dall’isola omonima e da quella di Saland.

Poche ore dopo, costeggiata Kvalö, avvicinava il famoso monumento eretto in memoria della misura del meridiano, cominciata nel 1816 e terminata nel 1852.

È una grande colonna di granito lucente, che si scorge benissimo dal mare, situata su due gradini e che al vertice sostiene una sfera di bronzo di grandi dimensioni, raffigurante il mondo.

Porta due iscrizioni, una in latino e l’altra in norvegese e dice:

Hammerfest è l’estremità dell’arco del meridiano 25° 20’ misurato dall’oceano Artico al Danubio, attraversando la Norvegia, la Svezia e la Russia, per ordine e sotto gli auspici del re Oscar I e degli imperatori Alessandro I e Nicola I. – Lat. 70° 40’ 11" 3.

Accanto a quel monumento, una lapide modestissima ricorda poi le celebri esperienze fatte sul pendolo, dallo scienziato Sabine nel 1823.

Una mezz’ora dopo la Stella Polare si trovava dinanzi ad Hammerfest, indicata già prima da un nauseante odore d’olio rancido, proveniente dalla lavorazione e preparazione dei merluzzi.

Hammerfest è una delle città più boreali dell’Europa, anzi si può dire la più vicina alle regioni polari. Non conta che tremila abitanti, eppure ha tutto quanto di moderno e di civile si potrebbe trovare in una delle nostre grandi città.

Non manca di luce elettrica, di telegrafo, di telefono, di servizio postale giornaliero, di acqua purissima. Ha alcune chiese, fra le quali una dedicata al culto cristiano, giardini e belle vie quantunque non ciottolate, ed una comoda rada sempre popolata da numerose navi caricanti merluzzi pei porti del sud. Non manca nemmeno di bei negozi, per lo più di pelliccerie, e di case comodissime, sebbene tutte in legno, e conta numerose fonderie d’olio, le quali espandono un puzzo assai nauseante che non sarebbe certamente tollerato da noi.

Un monte molto pittoresco, il Tyven domina la città, verdeggiante nella stagione estiva. Sembra incredibile eppure in una latitudine così elevata si trovano numerose piante e fiori, i quali sbocciano all’aperto, quasi senza cure.