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90 E. SALGARI


Gl’indiani caricavano mandando urla feroci e facendo scintillare le punte di ferro delle lance e le larghe lame delle scuri.

— Aprite gli occhi, Blunt, — disse Harris. — Assisterete ad una caccia emozionante.

Gli Apaches si erano slanciati con una pazza temerità fra le file dei colossali animali, facendo spiccare ai loro cavalli salti straordinarii, e colpivano ferocemente con le lance e le scuri urlando incessantemente.

Per alcuni istanti i poveri animali si lasciarono massacrare, non tentando che di sottrarsi all’attacco brutale, poi parecchi maschi colossali, feriti e inferociti dal dolore e dai colpi di picca che ricevevano nelle parti più delicate del corpo, si rivolsero furiosamente contro gli assalitori, caricandoli a loro volta.

Fu un momento terribile. Parecchi cavalli, che si trovavano stretti fra le file, caddero sventrati dalle corna dei ruminanti, ma gl’intrepidi scorridori della prateria non si lasciarono cogliere.

Con agilità prodigiosa balzavano sul dorso dei bisonti, i quali, sentendosi addosso quel peso insolito, non tardavano ad aprirsi un varco fra i compagni fuggendo all’impazzata attraverso la prateria, dove cadevano sotto i poderosi colpi di scure, che avventavano loro i cavalieri.

La mischia non durò che dieci o quindici minuti.

Quel breve spazio di tempo era bastato agl’indiani per procurarsi un quantitativo di carne sufficiente per parecchie settimane alla loro tribù.

Quando la retroguardia dei bisonti scomparve al di là dei binari, galoppando sfrenatamente verso il Sud, una cinquantina di corpi giganteschi e parecchi vitelli giacevano fra le erbe, coperti di sangue.

— Che massacro! — esclamò Blunt, che aveva seguite le varie vicende della caccia cogli sguardi ardenti, — È vero però che metà degl’indiani sono smontati.

— Ne hanno ad esuberanza di cavalli, — rispose Harris. — Ogni indiano non ne ha mai meno di sette od otto legati ai piuoli della sua tenda.

— E come faranno ora a trasportare al loro villaggio tutte quelle bestie?

— Le scuoiano qui, poi giungerà la tribù ad aiutarli.

In quel momento si udì uno sparo e si vide passare in coda al treno, trasportato da un galoppo sfrenato, il bel cacciatore che poco prima era stato inseguito.

Risaliva verso il Nord, passando a soli cinquecento metri dagli Apaches, quasi ridendosi di loro.

Fece con la mano un gesto d’addio ai viaggiatori del treno, che