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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 87

quella prodigiosa migrazione di ruminanti. Eppure molte migliaia d’animali dovevano essere passate in quelle trenta ore! Il treno speciale si era pure fermato ad una distanza di due miglia dal primo ma nessuno dei viaggaitori che lo montavano era sceso per assistere a quello spettacolo. Dovevano essere in pochi, perchè un solo carrozzone era attaccato al tender.

Chi erano? Il conduttore del primo treno si era bensì recato ad interrogare i macchinisti, ma aveva saputo ben poco.

Le persone che occupavano l’unico carrozzone erano salite ad Harper, la stazione più vicina a Kramer e si recavano a Peach Springs, per affari urgentissimi, pagando mille dollari per la formazione del treno. Avevano chiesto, come era loro diritto, di passare innanzi allo scambio della piccola stazione di Kingman, senza aggiungere altro.

D’altronde, nessuno dei viaggiatori del primo treno si era occupato di sapere chi erano quei frettolosi, perchè erano troppo affaccendati a far onore agli squisiti pezzi di bisonte ed ai grossi sanguinacci preparati dai cow-boys, secondo l’uso dei cacciatori della prateria.

L’ingegnere, Blunt e miss Annie, che si erano fatti servire la colazione nel loro carrozzone, stavano sorbendo una buona tazza di tè, quando improvvisamente udirono in lontananza acute grida seguite da alcuni colpi di fucile.

— Sono gli indiani che inseguono le ultime colonne, — aveva detto Harris, alzandosi precipitosamente. — Venite, miss, e voi soprattutto, Blunt, che desiderate vedere i veri guerrieri delle praterie.

Le piattaforme degli altri carrozzoni si erano già gremite di viaggiatori, curiosi d’assistere alla carica degli indiani.

I bisonti non avevano ancora sgombrata la linea; tuttavia le loro colonne cominciavano ad assottigliarsi e verso il nord non si scorgevano più torme immense come il giorno innanzi ed al mattino. Pareva anzi che gli ultimi branchi fossero in preda ad una viva eccitazione. Affrettavano il passo e le femmine spingevano i piccini a colpi di corna, perchè passassero innanzi ai maschi che coprivano la ritirata.

Sul verdeggiante orizzonte, numerosi punti neri filavano con rapidità prodigiosa, ora raggruppandosi, ora disperdendosi, descrivendo curve ed angoli improvvisi.

Pareva che seguissero con grande precisione le evoluzioni di un altro punto rossastro che li precedeva.

— Che siano indiani? — chiese Annie ad Harris, che li osservava attentamente, riparandosi gli occhi con le mani.

— Sì, sono certo di non ingannarmi, — rispose l’ingegnere. — Vi è una cosa che non riesco tuttavia a spiegarmi.