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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 85


I suoi compagni, l’ingegnere e Blunt, i soli, come dicemmo, che avevano armi da fuoco di lunga portata, si erano slanciati dietro i due furibondi animali che galoppavano a circa trecento metri, stringendo da presso i minatori.

— Non avvicinatevi troppo, Blunt, — aveva gridato l’ingegnere allo scrivano, il quale essendo il più magro di tutti e avendo le gambe più lunghe, sopravvanzava i compagni. — I bisonti quando sono infuriati non temono più gli uomini.

Era fiato sprecato. Il bravo giovane che doveva sentirsi ribollire nelle vene il sangue di suo padre, continuava impavido la sua corsa indiavolata, distanziando sempre più i cow-boys ed i minatori.

Ad un tratto si udì un urlo d’angoscia. Un bisonte aveva raggiunto uno dei fuggiaschi e con un colpo di testa lo aveva scaraventato in aria, facendogli fare tre o quattro capitomboli su se stesso.

Quando lo vide ricadere al suolo con le costole e la spina dorsale probabilmente fracassate, gli fu subito addosso, calpestandolo ferocemente coi larghi e robusti zoccoli.

I cow-boys e Harris avevano scaricate simultaneamente le carabine, nella speranza di abbatterlo, ma ancora agitati per la lunga corsa, lo avevano solamente ferito.

Lo scrivano, da uomo prudente, aveva serbato il suo colpo.

Udendo dietro di sè risuonare quegli spari, l’indemoniato animale, che aveva già ridotto il povero minatore in una massa di carne sanguinante, si era voltato e, scorgendo a breve distanza Blunt, gli si era precipitato addosso, muggendo furiosamente.

Lo scrivano non si era mosso. Appoggiò risolutamente il calcio del fucile alla spalla, attese che l’animale fosse giunto a dieci passi, poi fece fuoco mirandolo al petto.

— Bel colpo, per bacco!... — gridò il capo dei cow-boys, stupito dall’audacia e dal sangue freddo del giovane.

Il bisonte, quantunque gravemente ferito, continuò la corsa per una quindicina di passi ancora, obbligando lo scrivano a gettarsi rapidamente da parte; poi cadde bruscamente sulle ginocchia alzando il muso sanguinante: mandò un lungo muggito, dimenò per qualche istante la testa, indi stramazzò pesantemente su un fianco.

Nel medesimo istante un nutrito fuoco di rivoltelle accoglieva il secondo animale, costringendolo ad una pronta ritirata.

Il personale del treno, seguito da miss Annie e da alcuni vaqueros che si trovavano nei carrozzoni, era giunto in tempo per strappare ad una morte più che certa l’altro minatore che era caduto fra le erbe, esausto da quella lunga corsa.

— Mio caro Blunt, — disse l’ingegnere, accostandosi al bravo giovane che contemplava superbamente la grossa preda, — non credevo che voi foste capace di tanto.