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84 | E. SALGARI |
Caricavano all’impazzata, con slancio irresistibile, falciando le alte erbe con gli zoccoli robusti. Pareva che un uragano s’avanzasse verso i cacciatori. Due su cinque minatori, spaventati dall’avvicinarsi di quei mostruosi animali, nonostante le raccomandazioni dei cow-boys, si slanciarono fuori dei cactus scappando verso il treno e sparando qualche colpo in aria.
— Non muovetevi voi e fate fuoco a brucia-pelo!... — gridò il cow-boy che aveva diretta la caccia. — Chi fugge è uomo perduto.
— Ventre di orso grigio!... — esclamò lo scrivano, che, quantunque si sforzasse di apparire calmo, era agitato da un tremito nervoso. — Fanno davvero impressione questi animali. Che ci stritolino?
— Non alzatevi, Blunt, — disse l’ingegnere con voce tranquilla. — Scapperanno.
Due bisonti si erano staccati dal gruppo e si erano lanciati dietro ai minatori che si dirigevano verso il treno, urlando. Gli altri cinque continuarono la loro carica furibonda, rovesciandosi addosso ai primi cactus che abbatterono a colpi di corna e di zoccolo.
Già stavano per gettarsi sui cacciatori nascosti fra le alte erbe, quando si udì il cow-boy gridare:
— Fuoco, signori!...
Una scarica di carabine e di rivoltelle accolse quasi a bruciapelo i cinque colossi, incendiando i lunghi peli del loro muso.
Spaventati e feriti in più parti, i ruminanti s’arrestarono di colpo, poi fecero un fulmineo voltafaccia scappando in direzione delle loro colonne. Uno però, dopo aver percorso una cinquantina di passi, era caduto per non rialzarsi più.
— Ecco la colazione assicurata!... — urlò Blunt.
Stava per slanciarsi verso il caduto, quando udì il capo dei cow-boys urlare:
— Salviamoli, signori!... Stanno per essere raggiunti!...
I due minatori fuggiti prima che i bisonti giungessero addosso ai cactus, nella speranza di poter raggiungere il treno e rifugiarsi sui pesanti carrozzoni, quantunque corressero come lepri, non erano ancora riusciti a mettersi in salvo e si trovavano in grave pericolo.
I due ruminanti, che si erano staccati dal gruppo, li inseguivano vigorosamente, anzi, con abile manovra, li avevano obbligati a deviare verso il nord, per tagliare loro la ritirata.
Udendo le grida di terrore dei fuggiaschi, il personale del treno, guidato dal conduttore, si era slanciato attraverso la prateria sparando colpi di rivoltella per tentare di mettere in fuga i due colossi; questi invece, maggiormente inferociti, non avevano interrotto l’inseguimento, anzi raddoppiavano di velocità.
— Avanti i riflemen!... — gridò il cow-boy. — Sono le carabine che potranno salvare quei due stupidi.