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80 E. SALGARI


— Allora gl’indiani fra cinquant’anni non esisteranno più, — disse Blunt.

— Forse no, — rispose Harris. — Un certo numero di essi si è dato alla coltivazione dei campi, e le riserve loro concesse dal Governo dell’Unione, sono per la maggior parte prosperose e assicurano ormai il vitto a quegli uomini rossi. Altri, cosa ancora più straordinaria, come gli ultimi discendenti delle tribù dei Channies e dei Wiandotte, si sono dati al commercio, tengono negozi, e fanno perfino i banchieri, prestando ai loro confratelli selvaggi al sessanta per cento.

— Generosi come gli strozzini, — disse Blunt.

— Una gran parte conduce invece una esistenza triste: sono relegati nei loro villaggi, si ubriacano appena possono accalappiare qualche animale e venderne la pelle, e sfogano il loro eterno cattivo umore sulle proprie mogli, battendole crudelmente a sangue. Inacerbiti dalla loro sorte, poichè non trovano più sul sentiero della guerra, nelle rappresaglie sanguinose e nelle orribili scene del palo di tortura, uno sfogo ai loro istinti di uomini primitivi, essi inferociscono sugli esseri deboli che li circondano. L’antico guerriero si è trasformato in un indegno aguzzino.

— Oh!...

Una serie di fischi acuti lanciati dalla macchina ed una brusca scossa del treno, accompagnata da grida e dal tintinnìo della campana, li avevano fatti accorrere verso l’opposta piattaforma.

— I bisonti che emigrano! — aveva esclamato l’ingegnere. — Mio caro Blunt, qui potete fare una caccia colossale!


CAPITOLO XI


Caccia ai bisonti


Fin dove giungeva lo sguardo, schiere immense di enormi animali, con alte gobbe villose, il pelame rosso-nerastro, le teste massicce armate di corna ricurve, s’avanzavano tagliando il passo al treno, il quale aveva dovuto interrompere la sua rapida marcia per non investire quei colossi e rovesciarsi.

Erano bisonti che emigravano dal Nord al Sud in cerca di nuovi pascoli e che, come accadeva sovente in quei tempi, intercettavano le comunicazioni ferroviarie.

Quanti erano? Migliaia e migliaia senza dubbio, che procedevano lentamente, fermandosi di quando in quando per brucare le ricche e gustose foglie del buffalo-grass che coprivano la prateria, e sono preferite da quei pesanti ruminanti.