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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 77


— Si vede che giova loro molto l’acqua di mare, — osservò Annie.

— Una cura meravigliosa, — disse Blunt, ridendo. — Peccato che anche gli uomini che si recano ai bagni di mare, non riescano ad ingrassare a quel modo.

— E poi, signor Harris? — chiese Annie.

— Tornano a fermarsi nelle acque salmastre, quindi risalgono il fiume: allora riprendono i colori primitivi e perdono anche parte del loro peso. Procedono sempre in massa, con una velocità prodigiosa: possono infatti percorrere comodamente dieci leghe all’ora e più; nessuno li trattiene, nemmeno le cateratte che essi varcano facilmente puntandosi sulle pietre del fondo e avvicinando la bocca alla coda, di cui chiudono l’estremità fra i denti.

— Scattano come un arco? — disse Blunt.

— Precisamente, — rispose l’ingegnere.

— E se la cateratta è troppo alta?

— S’incaricano i pescatori di costruire le cosidette scale pei salmoni per permettere loro di superarle; a quei furbi preme che non s’arrestino, per poterli prendere nei luoghi più acconci a tendere le reti. Amici miei, siamo alla frontiera dell’Arizona. Il Gran Cañon del Colorado non è lontano.

— Scendiamo alla prima stazione? — chiese Annie che era visibilmente commossa.

— No, è a Peach-Springs che lasceremo il treno. Ecco le praterie. Fra poco vedremo i primi indiani.

Il treno correva allora su una pianura così vasta che non se ne poteva scorgere i confini.

Le erbe erano folte e altissime, chiazzate di fiori variopinti: qua e là sorgevano gruppi di grandi cactus spinosi, di romici dai fiori candidissimi, che contengono un po’ d’acqua, sufficiente a dissetare un viaggiatore, e cactus a boccia che rassomigliano ad alveari, d’un bel verde cupo e armati di formidabili spine.

Non si scorgevano più nè borgate, nè accampamenti, nè ranchos. Fuggivano invece di tratto in tratto, all’accostarsi del treno, spaventate dal fragore e dal fumo che irrompeva dal largo camino in forma di campana rovesciata, piccole bande di antilopi dalle corna forcute, alte quanto un vitello, di forme eleganti e sottili, col pelame rosso pallido sul dorso e sul petto e biancastro sotto il ventre.

Anche un gran numero di volatili s’alzava fra le erbe, fuggendo precipitosamente; pettirossi, uccelli beffatori che imitano tutti gli altri, usignoli della Virginia e trupiali dalla testa aranciata.

Verso il tramonto, quando il treno ebbe oltrepassata senza fermarsi la minuscola stazione di Yucca, per la prima volta i viaggiatori incontrarono una piccola truppa d’indiani.