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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO | 65 |
fatto tre o quattro passi indietro, mandando un grido di terrore, poi con una mossa improvvisa aveva tentato di precipitarsi verso la macchina telegrafica, ma Josè Mirim, che lo teneva d’occhio, con un salto gli aveva chiuso il passo.
— Alto là, non commettete sciocchezze, — gli disse, facendo l’atto di sparare. — Vi è una palla nel mio fucile e francamente mi spiacerebbe mandarvela nel petto.
I cinque negri ed i vaqueros in quel momento avevano fatto irruzione nell’ufficio, puntando le carabine.
— Voi non siete Josè Mirim, il vaquero del signor Carmaldoz, — balbettò l’impiegato che era diventato livido.
— Quello od un altro non vi deve interessare, — rispose il messicano, alterando la voce.
— Chi siete voi?
— Poco importa che lo sappiate.
— Mi direte almeno che cosa desiderate da me.
— Semplicemente impedirvi di avvertire telegraficamente le autorità di Mojave che alcuni sconosciuti si sono impadroniti di questa stazione; null’altro.
— Dovete avere uno scopo!
— Uno solo: quello di fermare qui il treno che passerà domani mattina alle ore 7 e 14 minuti, — rispose Josè Mirim.
— Per saccheggiarlo? — gridò l’impiegato.
— Non andremo tanto oltre, se i viaggiatori non opporranno resistenza.
— Commettete una mala azione.
— Poco ci importa. Orsù, señor, lasciatevi legare e permetteteci di guastare la vostra macchina.
— Mai!... — gridò l’impiegato con suprema energia.
— Señor, — disse il vaquero con un sangue freddo terribile, volgendosi verso Simone, che fino allora era rimasto silenzioso. — Conducete fuori quest’uomo e fucilatelo.
L’impiegato, udendo quel comando, aveva abbassata la testa, dicendo:
- Ogni resistenza sarebbe inutile contro briganti della vostra specie e mi arrendo. La giustizia saprà più tardi acciuffarvi.
Porse le mani a Josè Mirim, il quale si era levato un lazo che gli stringeva i fianchi, mentre uno dei suoi uomini fracassava col calcio della carabina l’apparato telegrafico.
In quel momento entravano gli uomini che erano stati mandati verso i magazzini.
— Dunque? — chiese Josè:
— Sono stati presi e legati senza lotta, — rispose Pardo. — Uno dei nostri li sorveglia.